RiminiTerme in allarme per i rincari: "Aiuti subito"
Che il caro bollette stia colpendo tutti senza distinzioni è oramai sotto gli occhi di tutti. E se gli impianti natatori sono preoccupati, non meno lo sono i “cugini” termali.
«L’aumento dei costi dell’energia è un problema a cui tutti dobbiamo fare fronte, ma è importante sottolineare come questi aumenti siano partiti già da inizio anno e solo ora siano diventati argomento di interesse comune – sottolineano, però, Massimo Ricci, direttore di Rimini Terme, e Ivan Gambaccini, presidente –. E’ difficile poter dare una percentuale certa dell’incremento del costo dell’energia per l’indeterminazione e l’incertezza dei prezzi. In tale situazione è molto difficile fare proiezioni a fine anno ma è molto probabile che l’incidenza dei costi dell’energia passerà dal 5% a valori intorno al 18/20% con la certezza che nell’ultimo trimestre il costo mensile delle bollette è quadruplicato».
«Credito d’imposta e Price cap»
Per cercare di difendersi dai rincari, «possiamo mettere in azione tutti gli accorgimenti per cercare di ridurre gli sprechi di energia, ma è indiscutibile che ci aspettiamo azioni da parte del governo e della Comunità europea a tutela dell’impresa e delle famiglie – aggiungono Ricci e Gambaccini –. Speriamo che il governo valuti la possibilità di agire sul credito di imposta con una proroga fino a fine anno per le imprese energivore e trovi, in accordo con i paesi della comunità europea, il modo di imporre un Price Cap al costo del gas».Pensando se e come riorganizzare l’attività, anche eventualmente fermandola, «in alcuni periodi dell’anno i costi dell’energia sono particolarmente onerosi anche senza gli aumenti incontrollati degli ultimi tempi e drenano importanti risorse di Riminiterme – osservano –. Nella programmazione invernale 2022-2023 stiamo valutando attentamente ogni possibile alternativa che ci permetta di garantire la migliore continuità di servizio. I prossimi mesi saranno determinanti per poter individuare la strategia migliore».
«Nessun aumento»
Per il momento, però, Rimini decide di non ritoccare i prezzi. Anche perché per qualcuno, terme significa salute più che benessere e relax.«E’ della scorsa settimana l’accordo in conferenza Stato-Regioni dell’aumento tariffario del 20% sulle cure termali a carico del Servizio sanitario nazionale e dell’Inail, che non ha impatti per l’utenza finale – ricordano il direttore e il presidente –. Non abbiamo però preso in considerazione l’aumento delle tariffe al pubblico perché in questo momento di impennata dell’inflazione vogliamo dare un segnale di attenzione alla nostra utenza. Non prevediamo aumenti da qui a fine anno nonostante i nostri fornitori invece abbiamo più volte ritoccato i loro listini».
Ma «il mondo aziendale, cosi come le famiglie italiane e le amministrazioni pubbliche, attendono scelte da parte del Governo che garantiscano la gestione del problema del costo dell’energia che rischia di condizionare il nostro Paese e l’Europa in modo molto più sensibile che non la pandemia Covid – rilanciano –. Il problema non può essere affrontato con sufficienza, come non si può più rimandare la transizione ecologica, le politiche atte a contenere gli sprechi e la realizzazione di rigassificatori».