Violenza in hotel su 14enne, arrestato noto albergatore di Rimini

Rimini

RIMINI. Un insospettabile albergatore riminese di 57 anni è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un turista quattordicenne ospite del suo hotel, un quattro stelle. I carabinieri di Rimini gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Rimini Benedetta Vitolo su richiesta del pm Giulia Bradanini. Secondo l’accusa il minore, semi-addormentato su una sedia a dondolo nella veranda, sarebbe stato molestato e costretto a subire un rapporto orale da parte dell’adulto. Paralizzato dall’imbarazzo e incapace di reagire, lo avrebbe lasciato fare per poi correre via di sopra e svegliare di soprassalto il padre per raccontargli, ancora stravolto, l’accaduto. L’imprenditore, incensurato, è difeso dagli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierotti: l’interrogatorio di garanzia è fissato per oggi, ma nel frattempo, lui ha già rilasciato una dichiarazione spontanea davanti al pubblico ministero nella quale ha respinto ogni addebito: «Sono innocente: non ho mai sfiorato quel ragazzino».

I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 agosto scorso. Il cinquantasettenne, albergatore con una laurea in legge nel cassetto, sbriga saltuariamente anche l’attività di portiere notturno. Il ragazzino, in vacanza con il padre e con altri familiari (così come anche l’anno prima), non riesce a dormire e cerca sollievo al calore nel terrazzo. Si assopisce sulla sedia a dondolo. Nel dormiveglia, però, a un certo punto, si accorge che l’albergatore - che chiama per nome, ma con il quale non ha una grande confidenza - lo sta toccando. Il minore, come spesso avviene alle vittime di abusi, è incapace di reagire: la mente si ribella al sopruso, ma il corpo è come paralizzato, l’adulto - chino su di lui - può fare i suoi comodi. Per gli psicologi che hanno raccolto il racconto del quattordicenne, il ragazzo è “attendibile”. L’albergatore racconta invece di avere sorpreso il minore con i pantaloni abbassati e il telefonino in mano e di averlo invitato a non fare certe cose in veranda. La parola dell’uno contro quella dell’altro. Il padre del giovanissimo, che al mattino ha lasciato la struttura e interrotto la vacanza in riviera, ha chiamato subito i carabinieri che sono accorsi in hotel e hanno raccolto le testimonianze sul posto. L’albergatore ha consegnato spontaneamente il telefono e il personal computer: «Non ho niente da nascondere». Per il giudice però, la disponibilità a collaborare non è stata sufficiente a evitare il carcere. A suo avviso c’è il rischio di reiterazione del reato: anche ai domiciliari, in astratto, potrebbe adescare altri adolescenti on line.

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