Vende un quadro rubato 46 anni fa: antiquaria riminese nei guai

Vende un quadro del 1750 rubato da un antico castello 46 anni fa. Il nuovo proprietario decide di indagare un po’, coinvolge i carabinieri del nucleo “beni culturali” e alla fine viene svelata la natura illegale del capolavoro.
Finisce così nei guai una conosciuta antiquaria cinquantenne di Bologna e residente a Rimini.
Il sostituto procuratore della Repubblica, Davide Ercolani, l’ha iscritta infatti nel registro degli indagati con l’accusa di ricettazione.
“Racconto una storia”
Allora. L’anno è il 1978 e tutto è circoscritto alla notte fra il 29 e il 30 maggio. Dal castello del marchese Innocenzo Patrizi Montoro di Castel Giuliano a Bracciano, sparisce un quadro del Seicento passato alla storia come il “Ritratto di fanciulla”, “firmato” da Romanelli, ribattezzato il Raffaellino. Si tratta di un olio su tela dell’anno 1750.
Passa il tempo, passano i decenni e si arriva al 2023, quando dopo avere acquistato a Rimini il dipinto, un antiquario milanese chiede una perizia ulteriore e si rivolge ai carabinieri (nucleo beni culturali) prima di Ancora e poi di Roma.
In particolare l’attenzione è dedicata alla provenienza del quadro. Il risultato? Il “Ritratto di fanciulla” è autentico, ma è stato rubato.
“Facciamo chiarezza”
Si mette così in moto la macchina della verità che in poco tempo porta gli investigatori a individuare e identificare l’antiquaria riminese, la stessa che in precedenza aveva venduto al collega di Milano l’opera del Raffaellino.
Scontata in questi casi la visita a domicilio da parte dei carabinieri dei “beni culturali” e al termine della perquisizione spuntano ulteriori “gioielli archeologici” fra i quali un busto d’avorio di Beatrice di Sardegna e un dipinto dedicato a San Pietro che era stato trafugato a Firenze dal Palazzo Martelli.
A questo punto lo scenario è piuttosto chiaro.
Tanto che il sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Davide Ercolani, iscrive la ben nota antiquaria nel registro degli indagati. Il reato contestato è quello di ricettazione.