Diciannove soci che supportano l’Università di Rimini con 1 milioni e 570mila euro l’anno. Dal Comune di Rimini, il più virtuoso, con 400 mila euro, ad UniRimini con 203 mila euro, dalla Camera di Commercio alla Maggioli spa che detengono quote per 200 mila euro ciascuno, fino a Ieg che di azioni ne ha per 157 mila euro. Poi sono tutti interventi annui sotto i 100 mila euro: 78.500 euro per la precisione, come quelli della Fondazione Cassa di Risparmio, Confindustria e Rivierabanca credito cooperativo. Il resto, invece, è ben poco. Qualche migliaio di euro. Con soli quattro Comuni, oltre Rimini, a metterci dei soldini: Cattolica, 15mila e 700 euro, Bellaria, 12mila euro, Santarcangelo, 10mila euro, e Misano, 4mila euro.
L’ingresso di Riccione
E Riccione? «Riccione, dopo il sì unanime del proprio consiglio comunale alla sua partecipazione, dovrebbe essere in procinto di fare il suo ingresso in UniRimini» risponde la vice sindaca di Rimini, con delega alla Pubblica istruzione, Chiara Bellini. Ed è qui che interviene Palazzo Garampi. Con un vero e proprio sollecito, lanciato, addirittura, dal sindaco Sadegholvaad. «L’Università la diamo troppo per scontata, è una parte di presente e di futuro di tutto il territorio provinciale che non viene considerata a sufficienza. E invece dovremmo fare di tutto per dimostrare di volere espandere e radicare l’Università a Rimini». E dovrebbero essere tutti a farlo, soggetti pubblici, ma anche le imprese. «Il Comune di Rimini - puntualizza Sadegholvaad - potrebbe essere affiancato maggiormente in UniRimini sia dalle istituzioni pubbliche, sia da parte privata. Certo, paghiamo lo scotto di non avere la Fondazione, ma potremmo tutti fare qualcosa di più». Dove quel qualcosa di più dovrebbe tramutarsi in denaro, con maggiori risorse investite in quote e nuovi partner pronti ad entrare nella compagine societaria.
«Volano di crescita»
Rilancia, allora, la vice sindaca Bellini. «L’Università è un volano di crescita, non solo culturale, ma anche sociale ed economica. Basti pensare agli studenti che si iscrivono, si radicano nel territorio e ci restano mettendo su famiglia. Ricordo, ad esempio, per chi non lo sapesse ancora, che UniRimini, col 22% di stranieri, è l’università col più alto tasso di studenti internazionali della regione, anche rispetto all’Alma Mater Studiorum di Bologna, in proporzione, di cui siamo un distaccamento». Ragazzi che studiano, si laureano, e che trovano subito lavoro. «Certo - conferma Bellini - l’82% dei neo laureati usciti dalla nostra Università trova un impiego entro un anno. Un impiego in linea con la laurea conseguita».