RIMINI. Le trivelle possono tornare davanti alla costa dell’Emilia-Romagna? Il ministro Gilberto Pichetto Fratin, ieri a Ecomondo di Rimini, non esclude nuove ricerche di idrocarburi in Alto Adriatico. Il tema è noto: perché l’Italia deve pagare un prezzo così alto per l’energia se poi davanti alla sua costa ci sono giacimenti inutilizzati?
Il ministro e le trivelle
«Oltre le 9 miglia sì», risponde alla domanda il ministro che sembra possibilista. «Ma non oltre quanto è previsto dalla norma e quindi non oltre una certa latitudine. Nell’Adriatico possono arrivare purché in aree ritenute idonee». La latitudine in questione sarebbe il 45° grado, che è poco sopra Goro, una zona che in passato ha fatto capire che non ne vuole sapere di perforazioni.
Nei mesi scorsi il governo aveva dato il via libera a 34 nuove licenze per esplorazioni oil & gas in Adriatico (ma nel tratto medio e in quello basso), nello Ionio e nel Canale di Sicilia e in cinque regioni sulla terraferma, tra cui l’Emilia-Romagna. Potrebbero arrivare quindi nuove autorizzazioni alla ricerca in mare.
L’eolico offshore e la Ue
Restando in tema energia-Adriatico il ministro ha anche spiegato quale problema sta rallentando il cammino dei due progetti di eolico offshore romagnoli (Agnes davanti a Ravenna e Energia Wind nel tratto davanti la costa fra Rimini e Cattolica). «Dobbiamo rivedere le modalità del Fer2 (il decreto che promuove la realizzazione di impianti a fonte rinnovabile innovativi o con costi di generazione elevati che presentino caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull’ambiente e sul territorio, ndr). Perché è stato previsto un meccanismo unico tra flottante e ancorato che non funziona perché i costi sono molto diversi mentre il Fer 2 prevedeva la stessa tariffa». Quindi da chi dipende il tutto? «Dipende da noi del Ministero e dall’Unione Europea che deve autorizzare una modifica di quello che è il Fer 2».
Le pale sulla Valmarecchia
Sul parco eolico Badia del vento progettato sull’Appennino toscano ma con un forte impatto sulla Valmarecchia romagnola, il ministro veste i panni di Ponzio Pilato e si mette fra la volontà della Toscana di realizzarlo e l’opposizione dell’Emilia-Romagna. «C’è una grossa questione che riguarda Emilia-Romagna e Toscana. Io ho invitato i due presidenti a mettersi d’accordo. Mi diventa anche difficile perché ci fosse una Regione di un colore e una di colore opposto mi si potrebbe accusare di parteggiare per uno. Ma sono tutte e due a guida Pd, pertanto ho detto loro di mettersi d’accordo. Adesso dovranno fare loro la mappatura e in particolare per l’Appennino devono farsela insieme Emilia-Romagna e Toscana».
Pichetto Fratin ha speso parole di elogio per Ecomondo. «Dai risultati che vedo è la dimostrazione fisica che possiamo dirci tra i primi paesi del mondo e d’Europa nella capacità di utilizzare il riciclo che è il più grande giacimento di minerali. Oggi il tema sono i minerali critici. Noi qualcosa abbiamo nelle vecchie miniere, forse riattivando qualcosa, ma la nostra più grossa miniera è la nostra immondizia, in senso lato».
Un aiuto per le aziende
Il ministro ha anche parlato del caro bollette e delle ricadute sulle aziende che pedono competitività anticipando che qualcosa sarà fatto dal Governo nel Decreto Energia. In particolare si pensa a quelle aziende energivore che soffrono più di altre: ceramica, vetro, cemento.
Infine un elogio al progetto di cattura della CO2 del Ravennate. «L’esperimento in Adriatico di carbon capture può essere un percorso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA