Ticket non pagati: l’Emilia-Romagna a caccia di 21 milioni

  • 16 agosto 2025

La Regione Emilia-Romagna prova a recuperare i ticket sanitari non riscossi con una “serie di interventi mirati per rafforzare il sistema di recupero dei crediti non ancora riscossi”. Lo annuncia viale Aldo Moro, che interviene così su una difficoltà (quella appunto di riscuotere i ticket non pagati) sempre più evidente in epoca di carenza di risorse per il servizio sanitario pubblico. Sono le singole aziende sanitarie, come stabilito da una delibera regionale che fissa obiettivi vincolanti e indicatori di monitoraggio, ad avere la responsabilità del recupero crediti “approvando regolamenti specifici”.

Un’attività, sottolinea la giunta regionale, che ora riprende dopo la sospensione del pagamento dei ticket dovuto all’emergenza coronavirus che ne aveva causato un rallentamento. Previste anche campagne di sensibilizzazione sul pagamento e sulla disdetta, “oltre alla possibilità di consultare eventuali insoluti tramite totem automatici nelle strutture sanitarie e sul Fascicolo Sanitario Elettronico”. Spetta alla Regione, invece, monitorare in corso d’anno l’andamento dei ticket non riscossi. “Il Covid- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- ha segnato una battuta d’arresto importante nel recupero della riscossione dei ticket. E’ un tema di cui siamo consapevoli e per questo abbiamo dato mandato alle Ausl di procedere coinvolgendo in primo luogo i cittadini: non si tratta, infatti, di una mera operazione di riscossione crediti, così come non tutti coloro che non hanno pagato lo hanno fatto in malafede”, rimarca l’assessore.

Quello che è partito in questa settimana “è un piano di recupero dei crediti che viene portato non contro gli assistiti, ma insieme a loro, per i quali abbiamo previsto la massima disponibilità e collaborazione. Nel segno dell’equità - conclude poi Fabi-, perché il contributo di ciascuno è un elemento di tenuta del nostro servizio sanitario. E’ un dovere comune per garantire il diritto universale alla salute e alla cura, valore fondante dell’Emilia-Romagna”.

Oltre 21 milioni da recuperare

La cifra da recuperare è alta: l’ammontare dei ticket non pagati è passato infatti dai circa 7,5 milioni di euro del 2020 ai quasi 21,4 milioni di oggi. La Regione spiega che col Covid l’invio dei solleciti “ha subìto un significativo rallentamento e nelle fasi più critiche della pandemia è stato persino sospeso”. Inoltre, un’alta percentuale di ticket non riscossi, soprattutto quelli per i servizi di Pronto Soccorso, è riferita a “cittadini irreperibili che, una volta terminate le verifiche sull’anagrafica, diventano inesigibili”. Il numero dei pazienti che hanno ricevuto l’invito a regolarizzare il pagamento del ticket è passato dagli 88.368 del 2020 ai 245.799 del 2024. Che succede ora? Le aziende sanitarie potranno inviare fino a due solleciti (Pec o raccomandata) per i ticket non riscossi al 31 dicembre 2024. E procedere all’iscrizione a ruolo almeno per i crediti sorti nel 2022 e precedenti. Le operazioni di recupero dei ticket, spiega ancora la Regione, saranno completate entro il 2026, mentre, nel frattempo, saranno attivate verifiche durante l’anno sullo stato dei recuperi, anche per i ticket del 2025.

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