"Ho tenuto 140 bimbi in affido, dopo Bibbiano mi danno del farabutto"
RIMINI. In partenza per il Cile, per seguire l’ennesimo progetto della Papa Giovanni XXIII, in giro per il mondo. Stefano Vitali, 52enne ex assessore e presidente della Provincia, prepara le valigie nella abitazione a tre piani, a pochi passi dal centro di Rimini, dove «in 30 anni, io e mia moglie abbiamo avuto 140 persone in affido, tra bimbi e ragazzi; non lo abbiamo fatto per ricevere applausi, ma neanche schiaffoni». Lo spiega a poche ore dall’uscita del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha tuonato annunciando una «commissione di inchiesta sulle case famiglia in tutta Italia: città per città, assistente sociale per assistente sociale; sono quasi 10mila in Emilia Romagna i bimbi sottratti negli ultimi anni ai genitori». Parole, queste dell’esponente leghista, arrivate dopo il caso Bibbiano, il comune in provincia di Reggio Emilia finito al centro delle cronache per uno scandalo su presunti affidamenti illeciti di minori e relativa inchiesta giudiziaria chiamata “Angeli e Demoni”. Nell’inchiesta è coinvolto anche il sindaco Pd Andrea Carletti, che si è autosospeso.
Famiglia di origine e rapporti
Vitali però non ci sta. Lui, la casa famiglia, l’ha aperta «perché mi fa stare bene, perché si può aiutare il prossimo, e non perché ci si arricchisce». Non solo, l’ex assessore comunale ai Servizi sociali si sofferma su Bibbiano: «È un caso politico, qualcuno mi deve spiegare cosa c’entrano le case famiglia nei presunti affidi non regolari». Già perché «prima c’è una relazione degli assistenti sociali e un decreto del tribunale dei minori, solo alla fine i bimbi sono dati alle loro nuove famiglie». Che però, alza il tono Vitali, «deve essere chiaro che sono temporanee, si parla di affidi e non di adozioni, nessuno strappa niente a nessuno». L’esempio lo dà lui stesso: «Una parte dei piccoli accolti hanno storie drammatiche alle spalle, di quelle che si leggono sui giornali. Io e mia moglie abbiamo fatto questa scelta per cercare di ricomporre sempre il rapporto con la famiglia di origine. A volte riuscendoci, a volte, poche per la verità, no». Quei piccoli, continua Vitali, «per tempi più o meno lunghi hanno avuto due mamme e due babbi e questo ha permesso loro i guarire le ferite a volte grandissime».
Assistenti sociali e scelte
Ecco perché contro quella che definisce «una caccia alle streghe senza senso», va giù dritto e rilancia: «Quello che è successo a Bibbiano è gravissimo, ricordiamoci però che ognuno ha diritto di difendersi, ma non capisco cosa possa avere a che fare con quello che è la storia di tanti che come noi hanno fatto questa scelta. Perché tutti devono diventare coimputati? Perché tutti delinquenti o con un tornaconto personale?». Vitali, dalla politica si sarebbe aspettato «una riflessione sul tribunale dei minori di Bologna che gestisce migliaia di casi con quattro giudici, una riflessione sui servizi che hanno assistenti sociali che devono seguire anche 100 casi, dei tagli che ci sono stati sul personale in questi anni». Invece è arrivato altro, ovvero «una crociata contro chi cerca ogni giorno di rendere questo mondo migliore».