Sulle onde tra Rimini e Porec, una veleggiata senza barriere GALLERY

Rimini
  • 04 maggio 2025

RIMINI. Navigare in mare e allo stesso tempo tentare di abbattere le barriere fisiche e culturali attraverso la condivisione e l’inclusione. Sono 19 le barche che hanno preso parte alla Veleggiata Rimini-Porec “Un Adriatico per tutti” giunta alla quinta edizione, organizzata da Esplora Rimini Asdc, Marinando Rimini Odv, Marina di Rimini e Yacht Club Rimini. La partenza è stata data giovedì 24 aprile al tramonto e gli equipaggi sono arrivati al porto di Porec a cominciare dalla mattinata del 25. Poco più di 80 le miglia percorse caratterizzate nella prima parte dalla presenza in mare di grossi tronchi lasciati dalla piena del Po e nella seconda da una perturbazione arrivata già alle prime luci dell’alba con pioggia e vento che ha raggiunto e superato i 20 nodi di intensità. Durante tutta la traversata le barche sono rimaste in contatto radio con una barca a motore di appoggio pronta a intervenire in caso di bisogno.

Navigazione e festa

La sera del 25 grande festa con tutti gli equipaggi in un ristorante della cittadina croata. Un momento conviviale nel quale si sono scambiate le esperienze vissute durante la traversata e sono state effettuate le premiazioni. Vola Viola (skipper Saverio Sabbioni) si è aggiudicata il trofeo per la traversata più veloce a vela. Altri premi sono stati assegnati in base alla categoria di appartenenza. Nella categoria Bravo il primo posto è andato ad Aurora Marina (Mauro Righetti), nella Charlie a Vola Viola, nella Delta a Grimilde (Riccardo Roversi), nella Echo a Bichi (Alessandro Zamagna). Proprio su Bichi hanno veleggiato anche sette marinaie e i marinai di Esplora, l’associazione che organizza corsi, eventi sportivi, avventure e laboratori dedicati a bambini e ragazzi con disabilità, prevalentemente di tipo intellettivo-relazionale.

I progetti di Esplora

«Sono rimasti tutti contentissimi», racconta Silvia Battarra, skipper ed educatrice. «Siamo abituati a fare attività veliche ma la condivisione della veleggiata, della cena e degli altri momenti con gli altri equipaggi rende tutto più bello. Il fulcro in questo caso non è solo l’andar per mare ma la condivisione. E’ un modo per farci sentire: la disabilità esiste ma ciò non vuol dire che non si possano fare tante cose nella società. Noi lavoriamo proprio per questo e così fanno anche tante altre associazioni o cooperative».

Cosa prova ognuno dei protagonisti di questa esperienza? «Uscire di casa e dormire fuori senza i genitori, fare il borsone con le proprie cose, organizzarsi per l’igiene, gestire il cibo e i pasti, trovarsi in alto mare con una prospettiva diversa perché non tutti sono abituati a vedere la terra dal mare... sentire la barca che inclina, stare nel pozzetto durante la notte... Sono tutte prove nelle quali ci si mette in gioco e dalle quali la ragazza o il ragazzo escono più forti sia nella loro autonomia sia nei rapporti sociali. Noi portiamo avanti tanti progetti ma per farlo abbiamo bisogno di tanti volontari, per questo se ci fosse qualcuno interessato le nostre porte sono aperte».

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