Stangata canoni, a Rimini la protesta dei porti turistici

Rimini

RIMINI. Le associazioni degli operatori di porti turistici italiani protestano sotto i portici del Comune di Rimini contro la stangata sui canoni demaniali. E con loro si schierano il sindaco Andrea Gnassi del Partito democratico e il collega di Cattolica Mariano Gennari del Movimento 5 Stelle. Sotto una pioggia tamburellante sono una cinquantina, con i giubbotti di salvataggio arancioni e gli striscioni appesi sotto gli archi di Palazzo garampi: "Porti turistici sull'orlo del fallimento", "Dignità", "Rispettate i Patti"; "Don't invest in Italy". Il presidente di Assomarina, Roberto Perocchio, punta il dito contro "l'errore nell'impostazione legislativa che ha previsto un aumento dei canoni per chi aveva in essere la concessione". Il contenzioso "va avanti da 10 anni e i porti non ce la fanno più". Tra l'altro, aggiunge, ci sono anche sentenze a favore a Varazze, in provincia di Savona, e Ancona secondo le quali "il contratto va rispettato". Occorre inoltre tenere conto degli investimenti fatti su un "bene originario che era vuoto" e le cui strutture diverranno dello Stato al termine della concessione. Da qui l'appello al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, e a quello delle Finanze Roberto Gualtieri per ottenere "protezione e una soluzione", dunque un emendamento che stoppi l'aumento dei canoni per i concessionari che hanno realizzato opere per il porto turistico. Il collega di Ucina, Saverio Cecchi, cavalca la stessa onda. "La situazione è al limite dell'esasperazione. L'ho presa in mano sei mesi fa e ho chiesto al Salone nautico di Genova un incontro al ministro De Micheli per quello che è "un furto di Stato, la gente è esasperata" contro un aumento che arriva anche a "otto volte" per i contratti in essere.

Dalle colonne del Sole 24 Ore Cecchi ha minacciato il blocco del porto di Genova, così dal ministro De Micheli sono arrivate "le rassicurazioni che la Finanziaria avrebbe risolto la vicenda e sono fiducioso". Della vicenda è informato anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le associazioni intanto manifestano a Rimini perché questa "attività persecutoria" ha interessato per primi i porti regionali, con un ingente danno economico, "sono stati persi 10 miliardi di euro", sostengono le associazioni, per il blocco degli investimenti negli ultimi otto anni dovuti al contenzioso in corso. "Siamo alla seconda manifestazione qui a Rimini e speriamo che sia l'ultima - sottolinea Luigi Ferretti di Marina di Rimini - siamo alla fantascienza. Ci sono almeno tante sentenze che ci danno ragione. Il claim e' unico: "Non è una lotta di ragione o di principio ma di sopravvivenza"; una lotta che vede dalla loro parte i sindaci di Rimini e di Cattolica. "Non si possono cambiare così le carte in tavola", rimarca Gennari, lanciando l'invito al collega Gnassi ad andare "insieme" dal ministro De Micheli. Pronta la risposta: "Non dobbiamo andare solo noi due, ma tutti insieme, per avere una risposta seria e definitiva", contro, concorda, "una truffa di Stato". CI sono sul piatto "decine di milioni di investimenti costruiti su un contratto con lo Stato e lo Stato truffa con il contraente. Questa vicenda pero' non va strumentalizzata", avverte, perché, "negli anni si sono alternati governi di tutti i colori. La politica si deve assumere le responsabilita'". In fondo, conclude, "basta un emendamento di tre righe e non si dica che non ci sono coperture, perché non ci sono coperture se qualcuno fallisce".

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