Soldi in cambio di documenti, finanziere riminese a processo per corruzione

Rimini
  • 17 giugno 2024

Maresciallo della Guardia di finanza di Rimini a processo per corruzione. A far finire l’ufficiale delle Fiamme gialle nel turbinio di un procedimento giudiziario iniziato ormai cinque anni fa, sono state poche e semplici parole: «Non mi risponde più, anche se gli ho dato 1.500 euro». Talvolta le parole incidono solchi profondi nella coscienza delle persone e non possono più essere cancellate. Così è avvenuto per il collega finanziere, che ha raccolto la “confessione” dell’inconsapevole corruttrice, a cui non è stato possibile evitare di andare a raccontare tutto al comandante.

Era il 2019, e da quel momento sono scattate le indagini della Procura di Rimini, che nel settembre del 2022 ha fatto finire al banco degli imputati il maresciallo e anche lei, una donna residente a Rimini, accusata di aver corrotto il finanziere con la promessa di manifestare la sua riconoscenza nel momento in cui avrebbe ottenuto quanto desiderato: un ristoro economico in ambito processuale. Secondo l’impianto accusatorio, infatti, la donna avrebbe chiesto di poter prendere visione di alcuni documenti bancari (relativi al suo stesso conto corrente) poiché le sarebbero stati utili a fini di una vicenda giudiziaria in cui era parte offesa poiché vittima di raggiro. Documenti che il maresciallo le ha poi effettivamente mostrato (convinto dalla promessa di essere ripagato?) nonostante fosse vietato dalla legge, in quanto atti d’indagine che sarebbero dovuti rimanere segreti. Ragion per cui il finanziere, assistito dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, deve rispondere anche di rivelazione di segreto d’ufficio relativo a procedimento penale. Per i legali che assistono il maresciallo della Guardia di finanza, però, le cose non stanno proprio così. E a dimostrazione della buona fede dell’ufficiale ci sarebbe anche il verbale in cui è scritto nero su bianco che quando, nell’ormai lontano gennaio 2015, convocò la donna per sentirla a sommarie informazioni le mostrò quei movimenti bancari. Nel verbale, controfirmato dalla donna, è riportato infatti come la stessa avesse preso visione di quelle carte, allora oggetto di indagine nel processo nato sul suo stesso impulso, in quanto parte offesa

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