Sfratti veloci, allarme rosso a Rimini: “Decine di famiglie finiranno in strada”

Rimini

«Con la grave carenza di case in affitto che c’è a Rimini, lo sfratto veloce rischia di mettere in strada decine e decine di famiglie». A lanciare l’allarme ci pensa Daniela Montagnoli, presidente provinciale di Confabitare, associazione dei proprietari di immobili, all’indomani dell’esame della legge di bilancio 2026 «che per la crisi immobiliare non prevede un euro: né per il fondo affitti, né per il piano casa, né per le giovani coppie; solo aumenti di tasse, come la cedolare secca dal 21 al 26% per le locazioni turistiche brevi, che potrebbe invogliare molti proprietari a ritornare al vecchio sistema del pagamento in “nero”».

I più esposti alla crisi

Una mano pesante, quella adottata dal governo, che, per stoppare il dilagare della morosità e accorciare i tempi dell’iter di sfratto (236 quelli eseguiti a Rimini nel 2024, con ulteriori 979 aperture di procedure, secondo dati Cgil), potrebbe mettere in difficoltà tanti riminesi: i più esposti alla crisi economica, al caro vita e agli stipendi bassi. «Proprio così - conferma Montagnoli -. Se da una parte, infatti, la norma punta a spingere i proprietari verso l’affitto lungo, dall’altra potrebbe creare, già dall’inizio del prossimo anno quando diventerà operativa, uno stato di panico tra gli inquilini in difficoltà economiche o in condizioni di morosità». Che, per come è concepita la norma, «dopo due rate mensili non saldate si ritroverebbero con l’ufficiale giudiziario alla porta».

Da un opposto all’altro

Insomma, se prima l’iter di sfratto durava almeno un anno, a discapito del proprietario, adesso la fuoriuscita dall’appartamento potrà essere ottenuta nell’arco di un paio di mesi. «Come andare da un opposto all’altro - sottolinea la presidente di Confabitare - peraltro in una situazione, come quella riminese, di totale scarsità di abitazioni popolari e private disponibili e di aiuti pubblici, dopo la cancellazione del fondo statale per gli affitti».

Le promesse e i pericoli

E, allora, ad un’associazione dei proprietari di casa critica, come Confabitare, ecco arrivare l’eco di un’altra associazione, quella degli inquilini, fortemente preoccupata. «La situazione è grave - stigmatizza Andrea Buttafuoco, segretario provinciale del Sunia-Cgil - al punto che potrebbe crearsi un vero e proprio allarme sociale, in particolare qui a Rimini, con migliaia di appartamenti sfitti (complessivamente 12 mila, ndr). Basti pensare che la gestione dello sfratto viene affidata ad un ente ad hoc che, a richiesta di sfratto ricevuta, in un paio di mesi guiderebbe l’ufficiale giudiziario verso l’esecuzione». Con decine e decine di famiglie senza più un tetto sulla testa o un letto caldo dove poter dormire. «Certo - osserva Buttafuoco -. La premier Meloni, tra l’altro, un paio di mesi fa venne al Meeting di Rimini per promettere un Piano casa da 15 miliardi di euro con tanto di aiuti alle giovani coppie. Ebbene, sapete quanto c’è in manovra per tutto questo? Zero euro. Il nulla. E allora mi chiedo: se di nuove case popolari qui a Rimini non si vede nemmeno l’ombra, se i Comuni hanno ormai prosciugato le loro casse per creare dei fondi per gli affitti in sostituzioni di quelli statali, cosa succederà nel 2026? Rischio centinaia di nuovi clochard. E allora - chiosa il segretario Sunia - in attesa che il governo mantenga la sua promessa e passi dalle parole ai fatti, l’unica cosa che gli resta da fare è il ritiro immediato di questa norma accorcia sfratti».

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