Scuola, Petitti: “Almeno il 15% degli studenti di Rimini non è italiano, lo Ius scholae è un tema che non si può ignorare”

Rimini
  • 14 settembre 2024

Ius scholae e realtà riminese, un tema affrontato dalla presidente dell’Assemblea regionale Emma Petitti in occasione dell’inizio della scuola: “Visto il particolare momento storico, e dati alla mano, voglio cogliere questa data simbolica anche per una riflessione politica su un tema fondamentale così al centro del dibattito sui media nazionali e locali, lo Ius scholae. Purtroppo il dubbio che l’apertura di una parte della maggioranza al Governo si rilevasse alla prova dei fatti sono un dibattito agostano, lo abbiamo avuto nel corso delle votazioni all’emendamento proposto dal PD all’interno del ddl Sicurezza, in cui si proponeva che al completamento di un ciclo scolastico di 5 anni si potesse richiedere la cittadinanza italiana per le studenti e gli studenti con cittadinanza non italiana. Proposta respinta, senza troppe spiegazioni o alternative, come a dire, “abbiamo scherzato”, spegnendo una promessa di speranza, una risposta concreta alle ragazze e ai ragazzi, alle loro famiglie e al loro giusto desiderio di appartenere ed essere riconosciuti per quello che in realtà già sono, italiani a tutti gli effetti.

Una scelta, quella del Governo, che lontana da proporre alternative concrete, rischia di lasciare in un vicolo cieco lo Ius scholae. Eppure i numeri messi nero su bianco proprio dal Ministero dell’Istruzione evidenziano l’urgenza di questa misura.

A Rimini gli alunni con cittadinanza non italiana sono, secondo gli ultimi dati resi disponibili dal Ministero dell’Istruzione, 5.982, pari al 14,5% del totale. Situazione disomogenea con gli estremi della via Emilia che si segnalano anche come estremi numerici, se Rimini è la provincia dell’Emilia-Romagna dove minore è l’incidenza percentuale di alunne e alunni con cittadinanza non italiana (14,5%), Piacenza è quella con il dato percentuale superiore, addirittura sopra il 24%”.

Nuove generazioni e integrazione

“I dati più recenti - continua Petitti - sul numero di alunni e studenti con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole statali dell’Emilia-Romagna si riferiscono all’anno scolastico 2022/2023. Numeri che evidenziano la presenza costante, da diversi anni scolastici, di alunne e alunni con cittadinanza non italiana in tutti gli ordini e gradi scolastici, a conferma ulteriore della loro consolidata presenza in Emilia-Romagna. Gli alunni con cittadinanza non italiana, provenienti da contesti migratori, le nuove generazioni di giovani di origine straniera nati in Italia, gli alunni con vissuti migratori personali o familiari e i minori stranieri non accompagnati rappresentano vissuti complessi, diversificati e spesso difficili, accomunati dal bisogno di un’effettiva integrazione scolastica e sociale. La speranza, ora, è che si sviluppino i presupposti per un nuovo percorso in Parlamento, e che l’anno scolastico alle porte sia ricordato come l’inizio di una nuova speranza di inclusione e diritti per una parte così importante di nostri concittadini emiliano-romagnoli e riminesi”.

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