Scuola. A Bologna, Rimini e Parma vincono i licei

Rimini

RIMINI. L'Emilia-Romagna è tra le regioni in Italia con la maggior quota di ragazzi iscritti agli istituti tecnici e professionali. Ma a livello regionale Bologna, insieme a Parma e a Rimini, è in controtendenza: nelle tre province, infatti, gli iscritti ai licei per il prossimo anno scolastico (2022-2023) superano gli studenti che hanno scelto il tecnico e il professionale. Il dato emerge dal focus sulle iscrizioni realizzato dall'Ufficio scolastico regionale. In Emilia-Romagna sono state 110.964 le domande di iscrizione inoltrate, in calo rispetto alle 111.651 dell'anno scorso e alle 114.301 dell'anno 2020-2021. L'88% delle famiglie ha utilizzato la procedura online. Il numero più alto di iscrizioni nelle scuole della regione si è registrato nella provincia di Bologna (quasi 24.000) seguono Modena con più di 19.000 e Reggio Emilia con più di 13.000 iscrizioni. Per ordine di scuola, il numero più alto di domande riguarda le superiori: tra statali e paritarie si parla di 41.303 iscrizioni, di cui 19.751 ai licei (47,8%), 14.907 agli istituti tecnici (36,1%) e 6.645 ai professionali (16,1%). Sommando le domande nei due ambiti, dunque, le richieste per la formazione tecnico-professionale superano quelle per i licei. L'Emilia-Romagna registra del resto la percentuale più elevata di iscrizioni ai professionali, a fronte di un dato medio nazionale fermo a 12,7%. Ma a livello provinciale non mancano le differenze. A Bologna, ad esempio, gli studenti continuano a preferire i licei: 4.415 iscrizioni, contro le 2.787 al tecnico e le 1.171 al professionale. Stessa situazione a Parma con 2.181 domande per i licei, 1.615 per i tecnici e 485 per i professionali. Idem a Rimini: 1.615 ai licei, 1.010 ai tecnici e 456 ai professionali.

Nelle altre province dell'Emilia-Romagna, invece, si mantiene il rapporto che vede l'istruzione tecnica e professionale nel complesso sopravanzare le domande per un posto al liceo. Per quanto riguarda gli indirizzi, al liceo il 44% delle iscrizioni è per lo scientifico, seguito da linguistico (15%), artistico (11%), classico (7%), europeo-internazionale (1%), musicale e coreutico (1%). Per quanto riguarda l'istruzione tecnica, c'è una preferenza per il settore tecnologico (66%) rispetto a quello economico (34%). Tra i percorsi professionali, infine, gli indirizzi legati al settore dell'ospitalità (24,2%) e al commercio (24,7%) registrano la maggiore preferenza da parte degli studenti, seguiti dall'indirizzo manutenzione e assistenza tecnica. Le scelte compiute dai ragazzi, dunque, "confermano una preferenza per gli istituti tecnici e professionali- tira le somme il vicedirettore dell'Usr, Bruno Di Palma- percorsi che favoriscono lo sviluppo di competenze che permettono sia un immediato e coerente inserimento nel mondo del lavoro, sia l'ulteriore prosecuzione degli studi nella formazione terziaria, a titolarità degli Atenei o degli Its. I percorsi tecnico-professionali, valorizzando il binomio scienza e tecnologia, favoriscono lo sviluppo della cultura dell'innovazione, fattore sempre più decisivo per la crescita del tessuto produttivo del nostro territorio: penso in particolare ai temi legati all'ambiente, all'efficienza energetica, agli obiettivi dell'Agenda 2030, alla digitalizzazione. La qualità e l'attrattività di questi percorsi formativi sono dovute all'elevato livello di collaborazione tra scuole e mondo produttivo del nostro territorio. I ragazzi scelgono questi percorsi perché vogliono sentirsi protagonisti nella costruzione del futuro, a beneficio della comunità".

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