Romagna. L’abuso di antibiotici e i pericoli. L’Ausl: «Mortalità più alta con la chemio»

Rimini

«Non abusate degli antibiotici, permangono rischi anche a distanza di anni: dal declino cognitivo alla minore efficacia di un’eventuale chemioterapia». Il monito viene dal dottor Carlo Biagetti, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive e del dipartimento Medicine specialistiche di Rimini nonché a capo del programma aziendale dell’Ausl Romagna sul corretto uso degli antibiotici. Per la comunità medica, il problema della resistenza di diversi patogeni è una delle emergenze sanitarie del terzo millennio, tanto per numero di decessi quanto considerando i costi, e a provocarla è una somministrazione errata degli antibiotici.

Dottor Biagetti, come si pone Rimini di fronte alla scorretta assunzione di questi farmaci?

«Come azienda sanitaria registriamo sia per Rimini sia per la Romagna un significativo calo nell’uso di antibiotici nell’ultimo anno, inclusi quelli ad ampio spettro che causano i danni maggiori in termini di resistenza generale e a livello di alterazione del microbiota intestinale. Il dietrofront vale sia per i pazienti adulti sia per i bambini. E c’è dell’altro, visto il buon successo riportato anche nelle campagne di sensibilizzazione contro l’abuso di antibiotici per curare gli animali, in primis quelli d’allevamento. Alla base del cambio di rotta, risiede la diffusione dell’ottica “One Health” che porta avanti politiche comuni mettendo in dialogo il mondo umano, quello animale e l’ambiente circostante».

Dove si registrava l’abuso maggiore?

«Nell’ambito pediatrico dove i numeri erano tra i più alti in Regione, soprattutto considerando Comuni come Rimini e Riccione. Più in generale il 90% delle somministrazioni avviene sul territorio, tramite i medici di medicina generale e il restante 10% in ospedale».

Come si previene l’antibiotico-resistenza?

«Ricordando che questi medicinali sono inefficaci contro le infezioni virali, come una comune influenza o un banale raffreddore».

Può illustrarci i principali effetti collaterali dell’impiego smodato di antibiotici?

«Si va dai disturbi gastro-intestinali alle reazioni allergiche sino alla candida vaginale nelle donne oltre a dolori muscolo-scheletrici e articolari. Il problema è che quando si somministra o si assume l’antibiotico, la tendenza generale ne sovrastima i benefici rispetto alla realtà mentre, a causa di un vero e proprio buco cognitivo, non ci si rende conto degli effetti collaterali visto che non sono immediati».

Esistono, quindi, dei rischi a lungo termine?

«La premessa è che avere un microbiota intestinale che funziona permette, in caso di tumore, di rispondere nel modo migliore alla chemioterapia. La mortalità più alta, dati alla mano, colpisce infatti quanti hanno abusato degli antibiotici in precedenza. In certi casi, infine, l’uso prolungato di tali medicinali è stato associato ad un aumento del rischio di declino cognitivo oltre che al morbo di Crohn o alla colite ulcerosa».

Soluzioni per un cambio di passo?

«Come Ausl abbiamo un programma dedicato di cui sono il direttore ma se ne vedranno gli effetti solo sul medio termine, a fronte di varie iniziative promosse sin dall’età scolare. Resta da rivedere, anche è un tema scomodo, il rapporto tra medico di libera scelta e paziente. Nel 50% dei casi infatti il dottore è consapevole di prescrivere un farmaco in modo inappropriato ma il pressing dell’assistito è così incalzante che alla lunga cede. Il bravo medico tuttavia è quello che usa l’antibiotico solo quando necessario, con lo spettro di azione più basso e per il minor tempo possibile».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui