Rinnovo concessioni. La Cassazione annulla la sentenza con la quale il Consiglio di Stato aveva bocciato la proroga al 2033. Esultano i balneari

Rimini
  • 23 novembre 2023

Non c’è pace nel mare agitato delle concessioni balneari. La Cassazione annulla la sentenza con la quale il Consiglio di Stato aveva bocciato la proroga al 2033. Va detto, non si entra nel merito, ma viene accolto il ricorso di Sib-Confcommercio e Regione Abruzzo. Ora il Consiglio di Stato dovrà esprimersi di nuovo, riammettendo le parti ingiustamente escluse. In ogni caso i balneari esultano, perché di fatto sparisce la scadenza di fine anno e i Comuni hanno più tempo per preparare le evidenze pubbliche sena la “spada di Damocle” sulla testa.

Cosa era successo. Un spiaggia di Lecce scade nel 2020 e il concessionario chiede il rinnovo fino al 2033 come sancito dalla legge Centinaio. Il sindaco risponde no. Parte il ricorso e il Tar dà ragione all’operatore balneare. Il Comune si appella al Consiglio di Stato e ottiene ragione. Non solo, i giudici negano l’efficacia di proroghe fino al 2033. E quindi la scadenza di fine 2023 è come se fosse scritta nella pietra. Ora il pronunciamento della Cassazione.

È stata infatti depositata la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite sul ricorso del SIB – Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio, avverso la sentenza dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato. La Cassazione ha ritenuto la sentenza del Consiglio di Stato viziata da eccesso di giurisdizione avendo estromesso il SIB dal processo ancorché la decisione andava ad incidere su coloro che sono rappresentati dal sindacato. Ha quindi rinviato al Consiglio di Stato che dovrà tenere conto del principio affermato dalla Cassazione e che dovrà “nuovamente pronunciarsi” sugli altri motivi di illegittimità sollevati dal SIB sulla sentenza dell’Adunanza plenaria.

Estremamente importante e significativo che la Cassazione abbia anche menzionato che il Consiglio di Stato dovrà tener conto delle nuove leggi che il parlamento e il governo emanano esercitando “i poteri normativi loro spettanti”.

“La vicenda balneare con questa sentenza è ad una importante svolta. La sua soluzione come sempre riteniamo che spetti al Parlamento e non ai giudici. Ma con questa sentenza della Corte di Cassazione nella sua massima e autorevole espressione si stigmatizza l’abuso del Consiglio di Stato e si effettua un richiamo al rispetto delle prerogative del parlamento. Con questa sentenza si elimina, pertanto, una pesante ipoteca del Consiglio di Stato sulle “prerogative legislative del governo e del parlamento”.

“Accogliamo con grande soddisfazione questa sentenza della Corte di Cassazione – dice Riccardo Ripa, presidente del SIB-Confcommercio della provincia di Rimini – che dà ragione al ricorso presentato dal nostro sindacato. Siamo felici che da questo atto, di cui siamo stati i promotori, sia nata un’azione a favore di tutto il comparto dei balneari. Ora ci aspettiamo che finalmente arrivi ulteriore chiarezza, a cominciare dal parlamento e dal governo, a cui questa sentenza riaccredita ufficialmente il diritto di esercitare il proprio potere normativo sulla questione. In passato la politica è stata assente e quel vuoto è stato colmato dal comparto giudiziario: abbiamo bisogno che la politica torni al centro di questa partita perché questo è il suo compito. I tempi degli indugi sono finiti: ci attendiamo risposte definitive e celeri per programmare il futuro di migliaia di famiglie e di imprese, in particolar modo sul nostro territorio da sempre vocato al turismo balneare”.

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