Rimini. Zanzare, rischio sanitario. L’infettivologa: “Dopo la pandemia casi raddoppiati“

Rimini

Malattie trasmesse dalle zanzare, ecco il report 2023 sulla Romagna. A stilarlo è la direttrice dell’unità operativa di Igiene e sanità pubblica di Rimini, Elizabeth Bakken.

Dottoressa Bakken, quanti sono stati i casi di infezione registrati nell’anno da poco concluso?

«Dall’1 gennaio al 20 novembre 2023, quando l’osservazione si è chiusa, si sono riscontrati un caso di dengue a Rimini e 9 di west nile in Romagna, di cui 6 a Ravenna, 2 a Forlì e uno a Cesena. Anche nel Riminese, tuttavia, era stata individuata la presenza del virus west nile negli uccelli, che fungono da serbatoio, per cui avevamo alzato il livello di allerta e messo in atto trattamenti per eliminare gli adulti di zanzara, specie prima di manifestazioni e spettacoli pubblici. Non si rileva invece alcun episodio collegabile a zika (che può comportare rischi in gravidanza, nda) o chikunguya. Nessun caso mortale in Romagna».

Si tratta sempre dello stesso tipo di zanzara?

«Bisogna distinguere le zanzare comuni, che pungono alla sera (e sono legate alla trasmissione di west nile), dagli esemplari che attaccano di giorno, come ad esempio le zanzare tigre, che sono in grado di trasmettere virus come dengue, zika o chikunguya».

Quali misure scattano in caso di infezione?

«Il periodo di allerta coincide con i mesi in cui i vettori sono attivi, cioè da fine aprile a ottobre. Un periodo che nel 2023 la Regione ha prolungato, visto il caldo anomalo, fino al 30 novembre. Appena c’è il sospetto di infezione, come per la diffusione di sindromi di dolore osseo, scatta una catena di interventi, in automatico. Il 2023 ha visto nella nostra regione anche casi autoctoni di dengue provenienti da focolai scoppiati a Roma e a Lodi e poi esportati a Piacenza. Per il resto si tratta di casi importati, legati quindi a viaggi all’estero e riferiti a cittadini che si sono recati in Paesi dove queste malattie sono endemiche. Purtroppo, dopo la contrazione dovuta alla pandemia, il 2023 ha visto raddoppiare il numero dei casi esplosi in Emilia-Romagna, rispetto all’anno precedente».

Contro quali virus i controlli sono più serrati?

«Per west nile non ci attiviamo in emergenza perché non c’è trasmissione interumana ma resta un lavoro di fondo importante sia di sorveglianza che di lotta al vettore. Spesso partono misure di sicurezza anche per le donazioni del sangue, ovvero aumentano i controlli sulle persone che vivono o hanno soggiornato in aree dove vi sia notizia di questa circolazione. Per i virus restanti, che si trasmettono da uomo a uomo, sono previsti interventi urgenti, tra cui l’eliminazione delle zanzare adulte. Un’operazione effettuata di notte, con porte e finestre chiuse, dopo aver avvertito i residenti e gli apicoltori perché trasportino altrove le arnie. Quanto agli interventi preventivi per eliminare larve e uova, soprattutto nelle raccolte d’acqua non eliminabili si usano prodotti efficaci a bassissime dosi. Molti sono biologici e non esercitano alcun impatto ambientale. Del resto parliamo di trattamenti che si protraggono ciclicamente sul territorio urbano, quantomeno da metà aprile a ottobre, ma senza implicazioni su altri insetti. I Comuni, ricordiamolo, chiedono la collaborazione dei cittadini sulle aree private (circa l’80% della superficie da monitorare, ndr) sia per evitare i ristagni d’acqua che per pulire le caditoie».

Com’è scandito il protocollo da seguire?

«In caso di sospetta infezione inviamo il campione di sangue al Centro di riferimento regionale per le emergenze biologiche e in sinergia con le amministrazioni comunali fissiamo il trattamento, anche prima di sapere l’esito, per poi eventualmente sospenderlo. La distanza su cui agire è un raggio di cento metri dall’abitazione del malato o di 300 se risultano più infettati. Non mancano altre reti di sorveglianza: dai campionamenti sugli uccelli, sia vivi che morti, alle trappole a anidride carbonica per catturare zanzare da esaminare».

Quali periodi hanno registrato il maggior numero di casi in Romagna?

«Senz’altro agosto, seguito da settembre, mesi che coincidono con gli spostamenti oltre confine per le vacanze».

Chi risulta più esposto a rischi?

«Le persone fragili o affette da altre patologie ma soprattutto gli anziani, a danno dei quali i virus possono scatenare malattie neuroinvasive. Tant’è che, qualora necessario, si procede a interventi straordinari anche nelle case di riposo».

Una misura da seguire?

«Proteggersi dalle punture di zanzara e rivolgersi, prima dei viaggi all’estero, all’ambulatorio di consulenza che dispenserà consigli e raccomandazioni anche per l’eventuale profilassi antimalarica».

Cosa attende la Romagna da aprile in poi?

«Difficile far previsioni, ma nuove infezioni non sono da escludere».

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