Rimini, vivere da influencer: “Zero privacy, ma bella vita a costo zero”

Vive gratis e vive alla grande l’influencer riminese, Alex Tonti. La sua vita scorreva placida e sonnacchiosa, finché è esploso sui social tra il 2019 e il 2020. Ora alla sua carriera manca solo l’ultimo tassello: la consacrazione sul piccolo schermo, dov’è comparso di recente davanti al conduttore Paolo Bonolis in “Avanti un altro”. Nel curriculum si affastellano già esperienze con Netflix, Rai e Mediaset, a fronte di mezzo milione di follower e video salutati da 3 milioni di visualizzazioni.
Tonti, quand’è cominciata la sua ascesa?
«Frequentavo l’ultimo anno di ragioneria a Cesenatico, quando ho cominciato a concentrarmi sui social. Morale? La mia carriera è decollata ma sono stato bocciato, salvo poi diplomarmi l’anno successivo con 70 centesimi. Ciliegina sulla torta sono finito su Rai 3 nella trasmissione “Maturità 2020 Diari”».
Come spiegherebbe il suo lavoro a un nonno?
«Gli direi che creo contenuti sui social network, cioè Instagram e TikTok, per intrattenere il pubblico, soprattutto i più giovani. All’inizio i miei video trattavano temi di stringente attualità, dal bullismo alla violenza non solo di genere e in un secondo momento mi sono buttato anche sul versante comico».
Pubblicizza anche prodotti o brand?
«Assolutamente sì. Di solito un influencer viene invitato solo ogni tanto come ospite, ad esempio in un ristorante, per mangiare gratis e fare pubblicità. Al contrario, grazie alle capacità di comunicazione che ho affinato, io riesco a vivere gratis tutti i giorni, inclusi locali stellati, giri in elicottero e bolidi fiammanti che mordono l’asfalto. Com’è possibile? Collaboro con aziende dell’ambito luxury: vado a Malta e mi gusto una vacanza da sogno tra hotel a 5 stelle e yacht da capogiro. Faccio la bella vita ma non guadagno banconote fruscianti, bensì privilegi. Per questo il mio stile di vita, che è molto più alto di quello di un lavoratore italiano medio, non può esser sempre tradotto in cifre».
La giornata più fortunata?
«In 24 ore ho goduto di benefici per oltre 5mila euro».
La passione per l’imprenditoria le scorre nel Dna?
«No, è tutta farina del mio sacco. Nell’adolescenza ripetevo fino allo sfinimento “voglio fare lo youtuber” ma non essendo ancora bravo raccoglievo solo prese in giro. Quanto ai miei genitori, erano titubanti ma adesso si sono ricreduti vedendo il mio successo, inclusa la Bmw decappottabile drappata di arcobaleno, ma soprattutto la serenità che ho raggiunto».
Le è mai pesato gestire responsabilità importanti, così giovane?
«Ho potuto contare sul sostegno delle persone più care. D’altronde il successo è un setaccio che seleziona le vere amicizie».
Rimpiange mai il suo passato da mister nessuno?
«Provo nostalgia per la privacy andata in fumo ma non mi lamento: a prevalere sono gli aspetti positivi».
Cosa ha imparato?
«Confido progetti e casting solo ai familiari. Sui social c’è sempre qualcuno pronto a metterti i bastoni tra le ruote, infierendo con commenti velenosi. E il peggio è che i leoni da tastiera scatenano energie negative».
Dopo il caso Ferragni, sente maggior responsabilità nell’essere un modello per i giovani?
«Sono trasparente, non nascondo che la mia sia una bella vita dove quel che faccio è gratis al 99% ma ricordo che replicarla è difficile, anche per la concorrenza spietata. E non solo. Consiglio sempre di crearsi un piano “B” e di tenere un diploma nel cassetto. Anch’io ho studiato Digital marketing, conosco diverse lingue straniere e ho sudato sette camicie, come tutti i romagnoli, nella gavetta estiva. Quanto al tema “beneficenza”, la faccio ma non la posto sui social fermo restando che comprendo chi parla delle sue buone azioni, sperando di motivare gli altri».
Mai avuto una crisi da pagina bianca?
«Non ne ho avuto il tempo: è successo tutto in un solo anno, dal 2019 al 2020, quand’ero in piena creatività perché dedicavo tutta la giornata ai social e non alla scuola. Dopodiché ho diversificato il mio percorso, dedicandomi anche a cinema e tv, perché le pressioni sono enormi, le mode effimere e i concorrenti spuntano ovunque come funghi. Già al secondo anno, quando collaboravo con le prime aziende, scoprivo gente che in tre giorni aveva raggiunto i “numeri wow” che io avevo siglato in un anno. Il trucco è rinnovarsi di continuo, senza arrendersi».
Prossimo obiettivo?
«Diventare un personaggio televisivo rendendo riconoscibile il nome Alex Tonti».
Com’è andata a “Avanti un altro”?
«Mi sono divertito dando pan per focaccia a Bonolis. Quando ha saputo che mestiere faccio, ha bofonchiato fra i denti “parassita” e scatenato il pubblico ma, a telecamere spente, mi ha detto “Sei un genio”».
Dove si immagina a 30 anni?
«Su un’isola dall’altra parte del mondo con la mia famiglia e la mia fidanzata, pronto a diventare papà».