Rimini. Violenza sessuale su una ragazza, condannato 52enne in sedia a rotelle

Rimini

Ha raccontato cosa quell’uomo le aveva fatto approfittando di un momento di distrazione delle dipendenti della struttura sanitaria in cui erano entrambi ricoverati. Al processo in abbreviato davanti al Gup ha ripetuto quanto aveva già detto ad un’amica e alla mamma subito dopo i fatti. E cioè che quell’uomo, costretto su una sedia a rotelle, l’aveva toccata nelle parti intime e baciato contro la sua volontà. Per l’imputato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza affetta da disturbi cognitivi, quindi con una capacità di difendersi estremamente ridotta, il pubblico ministero Davide Ercolani aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione. L’uomo di 52 anni - difeso dall’avvocato Andrea Guidi e residente a Berra (Ferrara) ma anch’egli ricoverato in struttura sanitaria riminese perché invalido su sedia a rotelle - è stato condannato ad un anno e 10 mesi di reclusione. I fatti erano venuti alla luce quando nel novembre del 2023, per il 52enne invalido la Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio per violenza sessuale sulla ragazza poco più che ventenne.

Le indagini

La giovane è affetta da tetraparesi e deficit cognitivo, per cui le indagini erano state particolarmente delicate e approfondite. Inoltre la presunta violenza sessuale era avvenuta in una clinica di Rimini nel marzo del 2023 e indagando i carabinieri di Rimini avevano scoperto che il 52enne era stato in passato coinvolto in fatti analoghi ed aveva avuto segnalazioni per azioni simili. La ragazza quindi in aula ha raccontato che nel marzo del 2023 con la scusa di aver bisogno di aiuto per la sedia a rotelle, il 52enne l’aveva attirata in una zona priva di telecamere della struttura sanitaria. L’uomo aveva quindi strattonato la giovane tirandola per un braccio e dopo averla abbracciata, le aveva sfilato la maglietta e l’aveva baciata. Solo l’intervento di un’anziana ospite della struttura aveva impedito che l’uomo proseguisse nel suo intento. L’uomo aveva quindi detto: «Ci hanno interrotto, me ne devo andare ma ci vediamo domani». Un segnale che avrebbe potuto magari ripetere l’azione. I carabinieri hanno anche rintracciato un’altra donna che avrebbe riconosciuto l’imputato come l’uomo che stando su una sedia a rotelle, con la scusa di farsi aiutare, le aveva palpeggiato le natiche. La donna però, pur avendo riferito ai carabinieri l’accaduto e riconosciuto l’uomo da alcune foto, non avrebbe in seguito voluto sporgere denuncia.

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