Rimini. Violenza sessuale su bimba di 10 anni, l’accusa chiede sei anni e mezzo

Sei anni e sei mesi di reclusione per aver molestato sessualmente una bimba di 10 anni, nipotina della compagna. La richiesta di condanna per l’uomo, un 50enne di origine peruviana, è stata formulata ieri mattina al termine della requisitoria dal pubblico ministero, Luca Bertuzzi, davanti al giudice Raffaella Ceccarelli. Il processo, con rito abbreviato, è stato poi aggiornato al prossimo 23 ottobre per repliche e sentenza.
La vicenda processuale inizia un anno fa con il rinvio a giudizio dell’uomo che nel 2019, al termine di una vacanza in Riviera, era stato denunciato ai carabinieri dalla mamma della piccola. L’uomo, compagno della sorella della mamma, quindi zio acquisito, secondo la denuncia si appartava con la nipotina nella camera d’albergo ed approfittando del sonnellino pomeridiano la toccava in maniera inappropriata nelle parti intime. Aspettava che la bimba si addormentasse, le si stendeva di fianco sul lettone e poi prima che riaprisse gli occhi la spogliava. Situazioni che si sarebbero ripetute più volte durante la vacanza al mare con la convivente e la nipotina, una settimana a Bellaria Igea Marina, dall’1 al 7 di luglio del 2019. Il 50enne residente a Cologno Monzese era stato quindi indagato dai carabinieri di Bellaria Igea Marina per violenza sessuale sulla minore.
L’uomo, difeso dall’avvocato Priscilla Ruzzi del Foro di Brescia, è stato processato ma si è sempre detto innocente. Anche la compagna, sorella della madre della bimba abusata, avrebbe detto di credere all’uomo piuttosto che alla nipote. Le indagini dei carabinieri di Bellaria erano scattate subito dopo i fatti quando la bimba aveva raccontato alla mamma cosa lo zio le facesse mentre era stesa sul letto in hotel. La bambina era stata quindi successivamente ascoltata in incidente probatorio e, ritenuta lucida ed affidabile, avrebbe anche descritto in maniera precisa la camera d’hotel dove aveva passato le vacanze e dove lo zio le avrebbe riservato le attenzioni inappropriate. La mamma della bambina si è tutelata facendosi rappresentare dall’avvocato Gigliola Ghezzi del Foro di Monza.