Rimini, vecchie reti da pesca diventano calze in Slovenia

Rimini

Nove tonnellate di reti da pesca dismesse raccolte a Rimini sono partite ieri mattina alla volta degli stabilimenti dell’azienda Aquafil di Lubiana capitale della Slovenia dove rinasceranno ma questa volta sotto forma di calzini. Continua l’impegno seguito alla sottoscrizione degli accordi di cooperazione fra Legacoop agroalimentare Emilia-Romagna, l’impresa sociale greca Enaleia (che si occupa di prevenzione dell’inquinamento marino e di sviluppo sostenibile del comparto della pesca nel Mediterraneo), e le Cooperative pesca di Rimini, Cattolica, Cesenatico, Ancona e Senigallia. L’accordo prevede la raccolta dei rifiuti in mare, con particolare riferimento alla plastica, ma anche il recupero delle reti da pesca dismesse e abbandonate, e il conferimento dei materiali plastici alle industrie di smaltimento, riciclo e riutilizzo in Europa, Italia compresa.

Terzo viaggio

Il carico partito ieri «non è il primo che facciamo, su Rimini è il secondo – ricorda Massimo Bellavista, coordinatore tecnico e organizzativo in Italia del progetto di cooperazione fra Legacoop agroalimentare Emilia-Romagna ed Enaleia –. Ne avevamo già fatto uno con otto tonnellate di materiale a luglio dello scorso anno. E da Ancona né è partito uno di quattordici tonnellate due mesi fa». La scelta del destinatario dei carichi è venuta da sé, perché «l’Acquafil è una delle più importanti aziende nel campo del riciclo della plastica, un pezzo grosso – sottolinea –. Avevamo già sviluppato dei contatti, perché con Legacoop avevamo fatto diversi progetti, quindi la conoscevamo già (prima della sottoscrizione degli accordi, ndr). E guarda caso è fra i primi partners del nostro partner greco Enaleia».

Sostegno al settore

Al forte impegno che il comparto della pesca sta dimostrando anche concretamente sul tema della sostenibilità ambientale, però, non corrisponde un’attenzione altrettanto profonda da parte del Governo alle difficoltà che il settore sta attraversando. «Stiamo vivendo un periodo drammatico per le imprese del comparto a causa dell’impennata dei costi del gasolio – rilancia Bellavista che ora parla nella veste di coordinatore pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare –. E chiediamo alle istituzioni e al Governo di sapere i tempi in cui si possono attuare le misure di sostegno. L’Esecutivo si era impegnato già a marzo, siamo a maggio e non ci ha ancora detto niente. Le imprese in difficoltà non possono aspettare mesi, hanno bisogno di aiuto oggi. Perché se chiudono e muore il settore della pesca, in Emilia-Romagna diventa un problema enorme. Quindi attendiamo risponde veloci e concrete da Roma sul problema del caro gasolio».

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