Rimini, una 62enne perseguita la sorella con messaggi e minacce di morte. Scatta il codice rosso

Rimini

Messaggi continui, telefonate lunghissime con sproloqui fatti di recriminazioni intervallate da minacce di morte. I cattivi rapporti tra due sorelle riminesi, maturati negli anni, covati e mai sfogati, sono finiti in un procedimento giudiziario per stalking. Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio di una donna di 62 anni, riminese, per atti persecutori nei confronti della sorella minore. Un caso davvero unico nel panorama dei cosiddetti “codici rossi”, in cui donne sono vittime di stalking, maltrattamenti e vessazioni varie. Il codice rosso, che prevede una serie di norme a tutela appunto dell’incolumità delle donne, varate dopo i tanti femminicidi accaduti nel nostro Paese, questa volta è stato applicato nei confronti di una donna.

La vicenda

Il caso per cui la Procura ha chiesto il processo è stato oggetto di indagine da parte dei carabinieri di Rimini che hanno ricevuto lo scorso anno la denuncia da parte di una donna di 55 anni perseguitata - a suo dire - dalla sorella maggiore. Lei aveva raccontato, non nascondendo un certo imbarazzo per dover raccontare questioni familiari, che erano anni che sopportava in silenzio e che era arrivata al punto di non poter più condurre una vita normale, con i soliti orari e frequentare gli abituali luoghi. Era dal 2015, almeno, che la sorella aveva iniziato a mandarle messaggi con frasi offensive. Spesso si cimentava in lunghe telefonate in cui accusava la minore di cose del passato e concludeva i suoi monologhi con vere e proprie minacce di morte. “Ti ucciderò. Ti farò male”, diceva e poi chiudeva la comunicazione. “Ti farò male al cuore”, inveiva contro la sorella. Comportamenti ripetuti nel tempo e aumentati in fatti di aggressività di recente, tanto che la 55enne non usciva più di casa da sola e non voleva più incontrare la sorella per strada. Se non erano minacce erano brutte figure davanti ad estranei.

La “goccia”

Ma la goccia che aveva fatto finire la pazienza era stato l’episodio dell’estate 2023, in luglio. Era stata l’ultima volta che la 55enne aveva incontrato la sorella che aveva finito per aggredirla fisicamente. Strattonata e spinta a terra, la donna era finita al pronto soccorso con varie contusioni e una prognosi di 10 giorni. La denuncia ai carabinieri al quel punto era sembrata necessaria per arginare la parente ed evitare guai peggiori ad entrambe. La 62enne, difesa dall’avvocato Ilaria Felici, dovrà quindi rispondere del reato di atti persecutori aggravati dal legame di parentela nell’udienza preliminare che fisserà il gip del tribunale di Rimini.

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