Rimini. Un mare di mucillagini, i pescatori: “Ricomparse al largo, aspettiamo ancora gli aiuti economici per la mancata pesca di luglio”

Ricompaiono le mucillagini al largo. A sud di Rimini, a 14 chilometri dalla costa, proprio davanti alla piattaforma metanifera. A filmarle e inviare il video alla Cooperativa pescatori di Rimini è stato un equipaggio uscito in barca ieri mattina. E dalle immagini si vede chiaramente la vasta massa di alghe, dal colore simile a quello della spiaggia, estendersi all’orizzonte. Quasi a formare una grande distesa di sabbia. Con i commenti basiti e preoccupati degli occupanti del natante. Sottolinea Mauro Zangoli, presidente della Cooperativa: «Ci risiamo. Le mucillagini sono riapparse con una forte concentrazione al largo della Riviera. E questo non ci fa stare tranquilli, anche se siamo sotto regime di fermo pesca». L’inquietudine del vertice della marineria riminese, infatti, è per quello che potrà succedere a settembre, quando il 16 si tornerà a pescare: «Manca più di un mese e magari qualche bella mareggiata potrà dissolverle – si augura Zangoli -. Speriamo. Altrimenti dovremo di nuovo fermare le barche in porto, come fatto a luglio. Perché dove ci sono le mucillagini, non ci sono i pesci». Stigmatizzano, allora, Silvia Zamboni e Paolo Galletti, rispettivamente portavoce di Europa verde e Verdi Emilia Romagna: «La Regione e il governo nazionale cambino passo sulle mucillagini: la comunicazione che non sono tossiche, pur corretta, non basta più perché i turisti vogliono fare il bagno in acque pulite. Inoltre, questa fioritura anomala segnala che si è spezzato l’equilibrio ecosistemico per cause anche antropiche». E, infatti, è la seconda volta che in questa estate 2024 fanno la ricomparsa le alghe. In maniera copiosa. La prima volta fu ad inizio luglio, quando la Cooperativa pescatori, dopo aver denunciato il caso e lamentato l’impossibilità per i marinai di tirare su le reti, rese pesanti dall’enorme massa di mucillagini, chiese alla Regione di sollecitare il governo ad anticipare il fermo pesca, con tanto di cassa integrazione per i lavoratori imbarcati sui pescherecci e aiuti economici alle imprese ittiche. Fermo pesca, però, scattato solo il 31 luglio, come da calendario, con durata fino al 15 settembre: «E noi stiamo ancora aspettando che ci arrivino gli aiuti economici richiesti», puntualizza Zangoli. La seconda volta è stata ieri. Osservano, quindi, Europa Verde e Verdi Emilia Romagna: «I ristori, pur necessari per tamponare l’emergenza economica, non sono la soluzione sistemica al problema. Ecco perché occorre spostare l’attenzione sulle cause». Quali? Spiegano Zamboni e Galletti: «Responsabile è l’afflusso nelle acque del Po, anche tramite gli affluenti, di sostanze azotate e fosforo rilasciate dai fertilizzanti di sintesi chimica in agricoltura e dai reflui degli allevamenti intensivi. Un quadro aggravato, poi, sia dalle sostanze chimiche mobilizzate dall’alluvione del 2023, sia dalle alte temperature fuori norma: luglio 2024 è stato definito il luglio più caldo della storia del pianeta dal sistema Ue Copernicus di monitoraggio del cambiamento climatico. Infine, le piogge copiose di giugno, che hanno aumentato l’afflusso in mare di acqua inquinata dei fiumi». Va, comunque, detto che la massa di mucillagini, come si evince chiaramente dal video, è sì estesa, ma comunque molto lontana dalla costa. E proprio giovedì scorso Goletta verde di Legambiente ha reso noto il risultato del monitoraggio delle acque del mare Adriatico emiliano romagnolo. Risultato? Acque pulite lungo tutta la costa riminese, da Bellaria a Cattolica. Con la responsabile della struttura oceanografica Daphne di Arpae Emilia Romagna, Cristina Mazziotti, che sul problema mucillagini è tornata a rassicurare, ancora una volta, tutti: «Si tratta di un fenomeno assolutamente naturale, quest’anno più intenso rispetto agli anni passati»