Rimini, un bebè in arrivo, la psicologa: “Così si gestisce la gelosia degli altri figli”

Rimini

Come gestire la gelosia di un bambino all’arrivo del fratellino o della sorellina? Lo chiediamo alla psicologa Caterina Rivola che invita a affrontare «con consapevolezza» un momento tanto gioioso quanto destabilizzante.

Dottoressa, come aiutare il figlio maggiore ad accogliere il più piccolo della nidiata?

«Accettando la sua gelosia e comprendendo la paura di essere abbandonato o che gli sia preferito un bebè. Bisogna mettere in conto i timori e la rabbia che si manifesteranno, talvolta in modo non esplicito, con reazioni quali fare “esageratamente” il bravo per garantirsi l’affetto dei genitori, perdendo però la spensieratezza che è un diritto dell’infanzia. Anche le reazioni più evidenti, inclusi i dispetti, sono del tutto normali. Occorre dunque aiutare a gestire le nuove sensazioni e rassicurare i figli evitando frasi del tipo “Non essere geloso” o “Dovresti essere felice”. Resta fondamentale, al contrario, riconoscere e legittimare le emozioni del bambino, dicendo: “Capisco che ti senti un po’ triste o arrabbiato, è normale».

Errori da evitare?

«È preferibile non punire né colpevolizzare. Se un figlio manifesta la gelosia con sfide o comportamenti regressivi, ricominciando a farsi la pipì addosso o chiedendo il ciuccio, dobbiamo capire cosa c’è dietro. Il messaggio da trasmettere è: “Sei sempre importante per noi”. Mai, infine, confrontare i fratelli con uscite che alimentino le rivalità. Meglio valorizzare i punti di forza di ciascuno e, anche se il neonato assorbe tempo, trovare momenti “esclusivi” seppur brevi da condividere con il primogenito.».

Consigli per i nove mesi di attesa: come preparare un bambino al fatto che non sarà più l’unico?

«Basta trovare il modo di coinvolgerlo nella gravidanza, per esempio facendogli toccare la pancia, ascoltare il battito o partecipare, se possibile, a un’ecografia. Modi, questi, per fargli “vedere” che sta succedendo qualcosa».

Qualche attività da svolgere assieme al primogenito?

«.E’ essenziale parlare del cambiamento in termini positivi ma realistici: “Il neonato piangerà tanto ma poi crescerà e giocherete insieme”. Tra le attività pratiche da realizzare durante la gravidanza ci sono, ad esempio, “Il diario del fratello maggiore” che prevede la creazione di un testo con disegni, frasi e foto della pancia che cresce. Un’alternativa è costruire insieme un “kit di benvenuto” decorando un sacchetto con disegni e adesivi per poi inserirvi oggetti per il bebè, scelti dal maggiore. Non mancano giochi simbolici con bambole o peluche per simulare situazioni con il piccolo che piange, dorme o vuole un abbraccio. Un ultimo accorgimento? Effettuare eventuali cambiamenti con anticipo oppure posticiparli».

Un esempio?

«Se il fratello maggiore deve lasciare il lettino o iniziare l’asilo, è meglio procedere qualche mese prima della nascita o aspettare per non far coincidere tutto con l’arrivo dell’ultimo arrivato».

Di quali incombenze si può incaricare il fratello maggiore?

«Sarebbe utile confermare il suo ruolo in famiglia affidandogli incarichi “da grande” come prendere un pannolino, portare il biberon o scegliere il body. Compiti, questi, che lo faranno sentire utile e importante. Lo si può coinvolgere anche chiedendogli: “Secondo te, perché piange il tuo fratellino?”. Una domanda, questa, volta a stimolare l’empatia. Un’altra strategia è realizzare disegni o regali da donare al bebè».

Come insegnare a condividere?

«Per riuscirvi è importante giocare insieme a loro facilitando la condivisione: “Ora tocca a te, poi al fratellino”. Detto questo, è bene creare spazi e giochi separati, almeno all’inizio, perché è normale che il maggiore non voglia dividere tutto. Rispettare alcuni “territori” è fondamentale proprio come favorire i giochi cooperativi (“Facciamo una torre insieme per farla vedere al bebè!). Da non trascurare poi storie e fiabe sulla condivisione visto che i bambini capiscono molto attraverso gioco simbolico e narrazioni».

Consigli per giochi da riservare al maggiore?

«Sono sufficienti 15-20 minuti al giorno, con un rapporto uno a uno dove sarà lui a scegliere cosa fare. Si può costruire un album fotografico “di coppia” con foto del grande insieme al bebè, da sfogliare insieme. Utile infine il gioco del “piccolo aiutante” che prevede incarichi a fronte di un distintivo speciale, come una spilletta, riservare al “fratello maggiore ufficiale”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui