«Eravamo preoccupati del nostro mare, che lo scorso anno ci “regalò” il ritorno delle mucillagini, e, invece, abbiamo dovuto fare i conti col drastico calo degli italiani». Antonio Carasso, presidente di Promozione alberghiera, cooperativa riminese con oltre 150 hotel associati, commenta così i dati in discesa delle presenze turistiche estive in Riviera. Con luglio al -5,6% di pernottamenti e agosto al -4%. «L’esatto contrario di quanto, invece, accaduto nei due mesi precedenti – precisa Carasso -, quando a maggio registrammo un +6,7% di pernottamenti e a giugno un +5,3%. Molto ha inciso il clima, questo è bene evidenziarlo: caldo prima, piovoso poi, con luglio e i primi dieci giorni agosto mai stati freddi come quest’anno, ma la causa principale ritengo sia un’altra: la crisi del mercato interno. Con ricadute evidenti in tutte le località balneari italiane».
Per fortuna che sono arrivati i vacanzieri stranieri a raddrizzare la stagione. Altrimenti sarebbe stata una vera e propria debacle. «Proprio così – conferma il manager riminese -. Senza di loro saremmo qui a fare i conti con una crisi di fatturato». Basti pensare, infatti, che in Riviera, secondo i dati aggiornati dall’Osservatorio regionale sul turismo, nel periodo clou dell’estate (giugno-agosto) si è registrato un incremento di presenze estere del +14% contro un calo interno del -6,6%, e che nei primi otto mesi dell’anno (gennaio-agosto) c’è stato un aumento di pernottamenti stranieri del +9,8% rispetto ad un decremento di italiani del 3,7%. Per un segno meno complessivo, negli otto mesi, dell’1,3%, rispetto allo stesso periodo 2024. «Dico subito che su questa problematica ci deve lavorare il governo – osserva Carasso -, perché se gli italiani hanno viaggiato meno e sono rimasti di più a casa è a causa dell’inflazione, delle bollette, e del caro-spesa, che ha eroso il loro potere d’acquisto. Altra cosa, invece, è esaminare flussi esteri e le nuove tendenze». Come gli arrivi in crescita di tedeschi, svizzeri, francesi, polacchi, inglesi (+3,5% complessivamente) e il diverso approccio vacanziero. «Per quanto riguarda il primo punto – spiega il presidente di Pa -, si dovrà lavorare sulla promozione oltre confine. Con sempre più collegamenti aerei in Europa: lo abbiamo visto quest’anno con i tre scali di Londra: Heathrow con la British Airways, Gatwick con EasyJet, Stansted con Ryanair, e con gli scali di Basilea (Ryanair) e Barcellona (Vueling) i risultati che abbiamo ottenuto: gli stranieri ci hanno salvato la stagione». Ma è sul cambio di concetto di vacanza che Carasso si sofferma particolarmente. «Qui tocca a noi operatori economici dedicare il massimo sforzo – dice -. Si parta, quindi, con una forma di destagionalizzazione spinta: fiera, congressi, eventi sportivi e musicali, tutto l’anno. E avanti con la Rimini aperta 365 giorni. Come? Dimenticando il vecchio concetto della capitale italiana della vacanza balneare e puntando su format nuovi. Perché il turista oggi viaggia di più, ma con meno giorni a disposizione: non più ferie da quindici giorni, come una volta, ma weekend lunghi in più mesi dell’anno. E allora alberghi annuali aperti da potenziare, più investimenti sulla riqualificazione delle strutture, e maggiori forme di attrazione. Dal centro storico alla periferia, dall’entroterra alla spiaggia. Soprattutto d’inverno».