Una pena a 11 anni di reclusione. È quanto chiesto dal pm Davide Ercolani nella sua requisitoria nei confronti di un 42enne insegnante riminese di taekwondo, finito a processo davanti al tribunale collegiale con l’accusa di violenza sessuale aggravata sulle sue allieve minorenni durante le ore di allenamento in palestra. Al termine dell’udienza, dopo che la difesa (rappresentata dall’avvocata Giovanna Ollà) ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito, il processo è stato rinviato ad aprile. In quella data il collegio penale presieduto dalla giudice Adriana Cosenza (con a latere i magistrati Elisa Giallombardo e Luca Gessaroli) pronuncerà la sentenza.
Le presunte molestie sarebbero avvenute tra il 2018 e il 2020, quando le bambine inizialmente avevano dagli 8 ai 10 anni di età. L’insegnante, secondo quando emerso dalle indagini, durante gli allenamenti, o meglio gli esercizi di stretching (posizione della “rana” o “dell’ostacolista”), con la scusa di correggere la posizione, avrebbe toccato loro la schiena e i fianchi fino ad arrivare alle parti intime e in alcune occasioni infilando addirittura le mani dentro gli slip, toccando loro i genitali. Il tutto quando non erano presenti i genitori ad assistere agli allenamenti. L’indagine dei carabinieri, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, sarebbe scaturita proprio dal racconto di due bambine, che alla mamma e a un’insegnante a scuola avrebbero confidato in maniera spontanea quanto avveniva durante le lezioni di arti marziali in palestra. Le famiglie delle quattro bambine (due sono sorelle), costituitesi parti civili, sono tutelate dagli avvocati Carlotta Angelini e Piergiorgio Tiraferri.