Rimini, Titti e Ken, un amore nato sotto le bombe, rimpatriata di famiglia 80 anni dopo

Rimini

RIMINI. Sono nati da una delle storie d’amore che ha contrassegnato l’arrivo degli alleati inglesi in Romagna e ora festeggeranno il cuore dell’estate con i loro parenti riminesi.

L’appuntamento, a cui è stato invitato, impegni istituzionali permettendo, anche il sindaco Jamil Sadegholvaad, è fissato per il prossimo 6 agosto, attorno a mezzogiorno, al ristorante “Artrov” di Rimini. A ripercorrere la vicenda è Giorgio Betti, già caporedattore dello Sport della Gazzetta di Rimini, che ha invitato alla stessa tavola «circa 25 persone, tra cui 11 familiari in arrivo il 5 agosto dalla Gran Bretagna, oltre ai due figli e i nipoti assieme alle rispettive mogli».

La storia

Siamo nel 1944, a Rimini, nei giorni caotici segnati dal passaggio del fronte quando il giovane ufficiale inglese, Ken Bromley incontra per la prima volta Titti De Terlizzi, la zia di Betti. Un gioco di sguardi, qualche parola incerta e per entrambi scocca il più classico dei colpi di fulmine.

A trionfare sulle macerie, l’orrore della guerra e la disperazione per i morti è ancora, per qualche breve istante, la poesia del primo batticuore. Il tempo, però, sembra giocare a sfavore di questi ragazzi travolti dalle emozioni e presto, troppo presto, Ken deve far ritorno in patria. La coppia, come tante altre, cerca in qualche cartolina un filo di congiunzione, rafforzato dai ricordi di qualche bacio rubato impastato con la speranza e forse qualche preghiera. Il destino che sembra spezzarsi per molti innamorati, al ritorno nei rispettivi Paesi dilaniati dai bombardamenti, sorride invece a questo sentimento, nato a un passo dal mare, perché Ken, nonostante tutto e tutti, ascolta il proprio cuore mantenendo la promessa.

Tornato a Rimini, con la benedizione dei futuri suoceri, sposa la sua dolce metà. «È il 1946 e la festa viene incorniciata dal ristorante pensione di piazzale Kennedy». Tempo qualche giorno e Titti prepara la valigia diretta verso una terra di cui non conosce nulla, a partire dalla lingua. Solo incertezze fra le mani, come la sabbia del suo Adriatico. Portava le trecce fino a qualche anno prima ma non ha paura e varca la soglia paterna, mano nella mano con suo marito. Passano gli anni e l’ex militare fa carriera «diventando funzionario di una banca importante». L’unione con Titti viene allietata dalla nascita di tre figli maschi: prima Peter e poi i gemelli, Michael e Kenneth.

L’amore per Rimini

La famigliola torna, ogni volta che può a Rimini, rafforzando a tal punto i legami tra sponde lontane «che Peter ha chiesto e di recente ottenuto la cittadinanza italiana». Cittadinanza, precisa il parente riminese, «che gli è stata conferita per meriti culturali in ambito musicale». La vita scorre serena anche per i gemelli: entrambi diventano padri e si impegnano nella carriera. In particolare Michael, divenuto imprenditore, ha adottato due bambine cinesi, ormai laureate, allargando ancora i confini di un amore divenuto ponte tra culture agli antipodi. Del passato restano foto in bianco e nero, ormai sbiadite dal tempo ma conservate con cura tra bauli piene di trine e profumo di lavanda.

Zia Titti è venuta a mancare negli anni Novanta, ricorda Betti, «mentre lo zio si è spento pochi anni fa». Senza mai dimenticarsi - questa la certezza - della bellissima ragazza che con il suo sorriso 81 anni fa, quando le loro esistenze si intrecciarono per sempre, rinnovò in lui la fiducia nel domani.

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