La firma di Rimini sul Super Bowl fa brillare il vestito di Shakira
RIMINI. Un abito da 500mila Swarovski nato a Rimini, in sinergia con lo stilista delle star. È quello indossato da Shakira durante la finalissima del Super Bowl, andata in onda martedì sera, di fronte a cento milioni di spettatori di tutto il mondo. Per la precisione, però, come sottolinea Francesca Enegi, la 53enne titolare dell’azienda riminese Immagine più «non si tratta di un semplice vestito, ma di ben 17 cambi di scena, che abbiamo realizzato uno a uno, insieme al senior designer della casa di moda del norvegese Peter Dundas, uno degli stilisti di maggior spicco per le donne dello spettacolo».
Immagine più
Ad aver dato vita alle brillantissime vesti di Shakira è stata infatti l’azienda riminese Immagine più, che da quasi trent’anni si occupa di arricchire con strass, borchie e Swarovski gli abiti e gli accessori commissionati da ditte e case di moda. «Siamo abituati a lavorare anche per grandi marchi e noti stilisti – spiega la titolare di un’azienda tutta al femminile – ma questa volta è stato diverso».«Il senior designer di Peter Dundas è venuto a Rimini da Londra, ed è rimasto qui per una settimana. Così, gomito a gomito, abbiamo ideato le bozze di ogni “pezzo” che poi avrebbero composto gli strabilianti abiti di scena di Shakira, compresi i motivi che appaiono sugli abiti».
«Perché i vestiti sembrano rossi – puntualizza Enegi – ma in realtà sono tutti fittamente decorati con motivi geometrici». Quei bozzetti, poi, racconta l’imprenditrice riminese «sono volati in America insieme a Peter Dundas in persona, che li ha sottoposti a Shakira e al suo stilista Nicolas Bru. Insieme hanno scelto la versione definitiva, che poi noi abbiamo prodotto qui a Rimini».
Effetto sorpresa
L’apparizione degli abiti sul piccolo schermo, ma anche sui canali social come Instagram, non ha tardato a produrre quell’effetto di stupore e meraviglia che era ben prevedibile, in considerazione delle centinaia di migliaia di pietre Swarovski, «500mila», puntualizza Francesca Enegi, che sono incollate sugli abiti di scena. «Il progetto, infatti è stato sponsorizzato proprio da Swarovski, mentre Peter Dundas si è rivolto a noi perché già in passato avevamo lavorato con un suo collaboratore».Proprio il luccicare così intenso dell’abito, o meglio, degli abiti, è una delle ragioni per cui Francesca Enegi può dirsi così «profondamente soddisfatta, avendo collaborato alla creazione di una capsule di assoluto valore mondiale». «Abiti e accessori per grandi nomi e grandi aziende siamo abituati a farli – puntualizza – ma vestiti di scena di quel calibro, così importanti, è qualcosa che non ti capita tutti i giorni».
«Guarda come… brilla»
«Il costo del vestito?» si domanda Francesca. «Beh, posso dire che il suo valore lo si capisce da quanto brilla».Tra le ragioni della soddisfazione di Francesca, però, c’è anche l’opportunità, data dalla risonanza dell’evento, di mostrare la propria azienda a una platea sterminata, “armata” della consapevolezza «che per sopravvivere nel mercato, oggi, bisogna sempre sapersi innovare, con grande professionalità e versatilità». Francesca Enegi ha fondato l’azienda giovanissima, 29 anni fa insieme al marito «che ora purtroppo non c’è più». Lei sin da ragazza ha coltivato la passione per il disegno: «In realtà ho fatto il perito turistico e giurisprudenza all’università – spiega –. Ma poi ho iniziato a lavorare e oggi sono ancora qui: forte della mia passione e del mio impegno, conduco il mio team formato da sole donne. E, oggi come allora, creo i miei abiti fino alle tre di notte, perché tutto quello che produco, lo disegno io».