Rimini, stereotipi di genere nel calendario aziendale con l’intelligenza artificiale, è polemica. L’azienda: «Immagini scelte dalle dipendenti»

Rimini
  • 14 gennaio 2024

Persino l’intelligenza artificiale non fa sconti alle donne. O meglio, alle 388 dipendenti che il calendario 2024 della Prime Cleaning di Rimini, realizzato con l’ausilio della suddetta tecnologia, mirava a rappresentare. E a valorizzare, quanto meno negli intenti. L’impresa di via Sassoli, attiva nel versante delle pulizie fin dal 1993 in aziende importanti di tutta la Romagna, è solita regalarlo a impiegati e clienti all’inizio di ogni nuovo anno. Mai una critica, mai una lamentela arrivate in tre decenni di attività. Fino a che l’azienda non ha mandato in stampa il suo ultimo calendario. Un prodotto dinanzi al quale Chiara Bellini, vicesindaca di Rimini con delega alle politiche di genere, afferma di «esser rimasta di stucco» per l’immagine femminile che, citando le sue stesse dichiarazioni, l’avrebbe «riportata indietro di cinquant’anni».

È grazie all’intelligenza artificiale, spiega il presidente Giulio D’Angelo, che il calendario 2024 di Prime Cleaning ha avuto origine. Alla tecnologia, l’impresa avrebbe chiesto di rappresentare il lavoro di pulizie svolto quotidianamente da dipendenti - donne e uomini - dell’azienda. Il risultato? Una carrellata di immagini in cui si propone una donna dai tratti angelicati dedita alla sanificazione dei vari ambienti domestici. E di fronte alla quale Bellini non ha esitato a far arrivare una condanna netta. «Pensare ancora alla donna come ad una figura alata, quasi salvifica, impegnata in mansioni di cura e di pulizia domestica è svilente - commenta la vicesindaca -. Sappiamo bene che quel tipo di professionalità può essere ricoperta ed interpretata tanto da donne quanto da uomini».

Da non trascurare - aggiunge - il fatto che l’intelligenza artificiale abbia riprodotto «donne sempre avvenenti». Un ulteriore retaggio, rimarca, della mentalità patriarcale di cui saremmo ancora imbevuti. Poco importa che in tantissimi abbiano intrapreso un percorso di consapevolezza per liberarsi degli stereotipi di genere. «Sui temi della parità siamo molto indietro - afferma la vicesindaca -. Abbiamo tutti il dovere di impegnarci per veicolare un’immagine della donna diversa rispetto a quella tramandataci dalla nostra cultura». Non è mancato un appello all’impresa di pulizie stessa, che ha recentemente ottenuto la certificazione per la parità di genere. Un riconoscimento, osserva Bellini, al quale sembrerebbe non corrispondere una parità anche nei fatti. «Mi viene da dire che, al netto della certificazione, il calendario dimostra che l’azienda è lontana da una parità di sostanza - è quanto osserva la vicesindaca -. Servirebbe più impegno nel rendere effettiva la certificazione». Sulle mosse che ci si aspetta da Prime Cleaning, Bellini è parsa nutrire pochi dubbi. «Mi auguro che l’impresa - sottolinea con durezza -, presa coscienza di questo scivolone, si scusi e faccia marcia indietro». E conclude: «Penso che un’azienda debba impegnarsi nello sradicare questo tipo di stereotipo legato al femminile, non evidenziarlo».

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La replica

In replica alle rimostranze della vicesindaca di Rimini interviene il presidente di Prime Cleaning Giulio D’Angelo, che rispetto alle critiche ricevute è fulmineo. «Si sta facendo una polemica inutile e sterile - commenta -. La malizia è negli occhi di chi vede. Chi ci giudica non ci conosce».

Quanto al calendario, la visione del presidente - così come delle 388 dipendenti donne - diverge totalmente dall’interpretazione che ne è stata data dalla vicesindaca Bellini. «Non voleva essere una svalutazione - puntualizza -, ma un’esaltazione della donna».

D’Angelo, ci racconta come è nata l’idea del calendario?

«Da anni siamo soliti regalarlo ai lavoratori e ai clienti per il nuovo anno. In passato organizzavamo dei set fotografici attraverso cui uomini e donne venivano immortalati sul luogo di lavoro. Spesso erano nostri dipendenti. Per il 2024 abbiamo deciso di operare diversamente».

Cioè?

«Ci siamo affidati all’intelligenza artificiale, che ha generato in maniera completamente arbitraria una serie di immagini in cui la donna, angelo del focolare domestico, si prende cura della casa. Un po’ come noi ci prendiamo cura dei nostri clienti».

Non temevate che questa scelta vi si potesse ritorcere contro?

«Sinceramente no. Abbiamo 388 dipendenti donne in azienda. Abbiamo persino ottenuto la certificazione per la parità di genere. Una simile interpretazione del calendario non avremmo mai potuto prevederla».

Si ritrova nelle critiche mosse da Bellini?

«Assolutamente no. La donna “angelo” che viene rappresentata nel calendario, per noi voleva essere un’esaltazione del lavoro di pulizie che le nostre dipendenti svolgono quotidianamente. Sono state proprio le donne dell’azienda a selezionare le 12 immagini, attraverso un sondaggio che abbiamo proposto loro a novembre. Non ci sarebbe potuta essere decisione più democratica».

Accuse respinte al mittente, dunque?

«Direi di sì. Molte aziende che hanno ricevuto il calendario lo hanno addirittura preferito a quello degli scorsi anni. Si tratta di punti di vista. Prime Cleaning è animata da donne che si impegnano duramente e che danno lustro all’impresa con il loro lavoro. Da parte nostra, nessun rimpianto».

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