Persino l’intelligenza artificiale non fa sconti alle donne. O meglio, alle 388 dipendenti che il calendario 2024 della Prime Cleaning di Rimini, realizzato con l’ausilio della suddetta tecnologia, mirava a rappresentare. E a valorizzare, quanto meno negli intenti. L’impresa di via Sassoli, attiva nel versante delle pulizie fin dal 1993 in aziende importanti di tutta la Romagna, è solita regalarlo a impiegati e clienti all’inizio di ogni nuovo anno. Mai una critica, mai una lamentela arrivate in tre decenni di attività. Fino a che l’azienda non ha mandato in stampa il suo ultimo calendario. Un prodotto dinanzi al quale Chiara Bellini, vicesindaca di Rimini con delega alle politiche di genere, afferma di «esser rimasta di stucco» per l’immagine femminile che, citando le sue stesse dichiarazioni, l’avrebbe «riportata indietro di cinquant’anni».
È grazie all’intelligenza artificiale, spiega il presidente Giulio D’Angelo, che il calendario 2024 di Prime Cleaning ha avuto origine. Alla tecnologia, l’impresa avrebbe chiesto di rappresentare il lavoro di pulizie svolto quotidianamente da dipendenti - donne e uomini - dell’azienda. Il risultato? Una carrellata di immagini in cui si propone una donna dai tratti angelicati dedita alla sanificazione dei vari ambienti domestici. E di fronte alla quale Bellini non ha esitato a far arrivare una condanna netta. «Pensare ancora alla donna come ad una figura alata, quasi salvifica, impegnata in mansioni di cura e di pulizia domestica è svilente - commenta la vicesindaca -. Sappiamo bene che quel tipo di professionalità può essere ricoperta ed interpretata tanto da donne quanto da uomini».
Da non trascurare - aggiunge - il fatto che l’intelligenza artificiale abbia riprodotto «donne sempre avvenenti». Un ulteriore retaggio, rimarca, della mentalità patriarcale di cui saremmo ancora imbevuti. Poco importa che in tantissimi abbiano intrapreso un percorso di consapevolezza per liberarsi degli stereotipi di genere. «Sui temi della parità siamo molto indietro - afferma la vicesindaca -. Abbiamo tutti il dovere di impegnarci per veicolare un’immagine della donna diversa rispetto a quella tramandataci dalla nostra cultura». Non è mancato un appello all’impresa di pulizie stessa, che ha recentemente ottenuto la certificazione per la parità di genere. Un riconoscimento, osserva Bellini, al quale sembrerebbe non corrispondere una parità anche nei fatti. «Mi viene da dire che, al netto della certificazione, il calendario dimostra che l’azienda è lontana da una parità di sostanza - è quanto osserva la vicesindaca -. Servirebbe più impegno nel rendere effettiva la certificazione». Sulle mosse che ci si aspetta da Prime Cleaning, Bellini è parsa nutrire pochi dubbi. «Mi auguro che l’impresa - sottolinea con durezza -, presa coscienza di questo scivolone, si scusi e faccia marcia indietro». E conclude: «Penso che un’azienda debba impegnarsi nello sradicare questo tipo di stereotipo legato al femminile, non evidenziarlo».