Rimini. Spiaggia, decreto indennizzi: niente sconti sui canoni demaniali

Finalmente ci siamo: dopo mesi di confronto e di lavoro il decreto indennizzi riconosce ai bagnini uscenti il valore d’impresa». Toni pacati e parole ben pesate, i rappresentanti sindacali dei balneari pronunciano la frase che da tempo speravano di poter dire: «Il ministero delle Infrastrutture ha redatto una bozza soddisfacente che, speriamo, possa diventare legge quanto prima». Siamo, dunque, ai titoli di coda di un iter che, per lungo tempo, ha tenuto col fiato sospeso un’intera categoria: quella dei gestori delle spiagge. Che, in Romagna, rappresenta migliaia di famiglie. «La bozza del provvedimento, di cui conosciamo a grandi linee il contenuto – spiega Maurizio Rustignoli, presidente nazionale della Confesercenti balneari – traccia un primo impianto per l’attuazione delle evidenze pubbliche e introduce, per la prima volta, un riferimento concreto al valore d’impresa, attraverso perizie tecniche certificate e metodologie riconosciute. Un passaggio che riteniamo essenziale, perché non è accettabile che un’impresa venga espropriata del proprio lavoro e dei propri investimenti senza una valutazione reale e oggettiva».
Il ministro Salvini, quindi, «è riuscito a correggere, in meglio», secondo i balneari, quello che il precedente ministro Fitto aveva predisposto nel suo decreto, poi diventato legge a novembre, e cioè il riconoscimento, ai bagnini uscenti, di un indennizzo pari solo agli investimenti, non ammortizzati, effettuati negli ultimi 5 anni, senza tener conto, invece, del valore aziendale preteso da sempre dalla categoria: «Secondo la legge Fitto – puntualizza Mauro Vanni, presidente nazionale di Confartigianato imprese demaniali - ci saremmo ritrovati con zero euro in tasca, visto che, tra covid e direttiva Bolkestein, negli ultimi 5 anni appunto, nessuno ha investito un euro sul proprio stabilimento balneare. Mentre con questo nuovo decreto riusciremo ad ottenere il giusto, e cioè il valore effettivo dell’azienda».