Rimini, sparito da oltre due mesi, i familiari non si arrendono: “Aiutateci a ritrovarlo”

Scomparso da 75 giorni, allarme diramato in tutta Italia. Finora non hanno portato risultati le ricerche di Giancarlo Pari, il pensionato 77enne affetto da Alzheimer, scomparso il 3 giugno scorso da Rimini quando, in compagnia della moglie, si era recato al Colosseo per una visita, prima di sparire nel nulla. La famiglia non si arrende e giovedì scorso ha avuto un faccia a faccia con i vertici della prefettura. «Fino ad allora – spiega la figlia Rosj - la notizia della scomparsa di mio padre era stata diramata solo in Emilia-Romagna e nelle Marche, ma dopo l’ultimo confronto è stata estesa a tutta Italia. Il punto è che il mio papà, ex macchinista delle Ferrovie, potrebbe esser salito su un treno. È questa la nostra speranza». Una speranza che l’ha portata a studiare il percorso di tutti i treni in partenza da Rimini, diretti verso nord ma anche verso sud, per poi iscriversi a tutti i gruppi di pendolari su Facebook, condividendo un accorato appello. Ma non è tutto. In seconda battuta Rosj ha scritto alle associazioni di volontariato a tutela dei senzatetto di tutta la penisola, oltre alla Croce Rossa, diffondendo la foto del padre. «Nel frattempo – prosegue - mi preleveranno un campione di Dna sia per inserirlo nella banca dati che per confrontarlo con il corredo genetico di un cadavere rinvenuto in Umbria, sprovvisto di documenti».
Il filo della speranza
Dopo due mesi e più di angoscia, non cela una punta di amarezza. «Mi assicurano di non aver mai interrotto le ricerche – conferma - ma avere una foto di mio padre sulle volanti non equivale a cercarlo. Di recente la prefettura ha inviato i sommozzatori a esplorare il lago della cava, mentre noi passavamo al setacciato le case abbandonate assieme al comitato scientifico e alle associazioni cinofile di volontariato». Rosj però continua a vedere il bicchiere mezzo vuoto. «Ho insistito io perché venisse scandagliato il lago Mariotti, visto che i soccorritori avevano controllato solo il parco adiacente, ma si sono limitati ai punti d’accesso lungo gli argini e un raggio di 15 metri dalla riva senza mai salire su un gommone. Quindi se il corpo di mio padre, trasportato dalla corrente, si trovasse al centro delle acque non lo sapremo mai». Non resta che sperare che siano controllate le strutture ospedaliere di tutta Italia, «perché, se ha perso i documenti, potrebbe esser ricoverato come ignoto lontano da casa». Il supporto della televisione si è arenato a causa della pausa estiva. «L’auspicio è che sia finito tra i clochard in qualche posto sperduto – conclude Rosj – ma se anche si fosse verificata l’ipotesi peggiore, vorremmo assicurargli perlomeno una degna sepoltura».
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