Rimini. Sfugge dal marito violento. “Ma senza residenza non ho diritti”

Rimini

Non può richiedere il reddito di libertà che le spetta come vittima di violenza ma neanche un insegnante di sostegno per suo figlio, non può avere un medico di base e neppure aprire un conto corrente. E la lista delle strade che le sono precluse è ben più lunga. Il motivo? Essere sprovvisti di una residenza rende impossibile esercitare i propri diritti. Sono solo alcuni dei contorni del limbo dove è precipitata Zara, 34enne di origine tunisina, giunta a Rimini nel settembre del 2023 dopo una rischiosa traversata del Mediterraneo per sfuggire alla furia di un marito violento ma anche per far seguire il figlio nel migliore dei modi. «Prima di raccontare la mia situazione - premette Zara - tengo a precisare che sono grata alle tante persone che mi hanno aiutato ad uscire da un incubo, in primis chi ospita mio figlio e me. Persone magnifiche, che non hanno nessuna colpa se chi è privo di residenza non può compiere passi normali per tutti gli altri né accedere a sostegni che gli spettano. Il vulnus è nella normativa e non nell’accoglienza di cui sono capaci, per indole e cuore, i romagnoli».

Il limbo

Dopo questa «doverosa premessa» elenca le difficoltà con cui, suo malgrado, fa i conti. Zara, in quanto ex vittima di violenza, ha diritto al reddito di libertà ma anche in questo caso le viene negato dal paradosso in cui annaspa. E ancora: nonostante lo stato di fragilità del suo bambino, non può ricevere i 200 euro mensili che l’Inps assegnerebbe loro. Senza residenza, inoltre, non c’è possibilità di fare i documenti e quindi di avere un insegnante di sostegno a scuola. Beninteso, la 34enne non è in cerca di carità. «Lavoro sodo in un supermercato - spiega ancora Zara - dove ho un contratto di tre mesi, ma pur apprezzando il mio impegno, i datori di lavoro non possono assumermi a tempo indeterminato».

Altra nota dolente? Quel che è peggio è che, senza residenza, madre e figlio non possono avere un medico di base, ma solo prestazioni di pronto soccorso, né chiedere un contratto di affitto e neanche l’inserimento nelle liste di attesa per una casa popolare. Impossibile, infine, anche avanzare certe istanze con il patrocinio dello Stato o più semplicemente prendere la patente.

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