Rimini. Servizi museali, caos per il bando da quasi 3 milioni: la spunta il terzo classificato

Un bando dall’esito piuttosto singolare, quello indetto dal Comune nel marzo del 2024 per affidare i servizi di accoglienza e sorveglianza nelle sedi museali. Sul piatto c’era un appalto del valore complessivo di 2.732.784,48 euro e ad aggiudicarselo è stato il raggruppamento temporaneo di impresa Atlantide, ma solo dopo varie verifiche e una causa incardinata al Tribunale amministrativo regionale. Già, perché nella graduatoria stilata in base al criterio della migliore offerta economica Atlantide si era classificata solo in terza posizione. Al primo posto, infatti, nel verbale datato 2 luglio 2024, figurava la cooperativa Le macchine celibi, con un punteggio totale di 87,9 punti. La carta vincente sembrava essere il ribasso del 14% offerto sui costi previsti per la manodopera, 1.833.393,75 euro contro i 2.051.640 stimati nel bando: ma è proprio su queste cifre che si è aperta la battaglia legale tra la cooperativa e Palazzo Garampi, vinta da quest’ultimo - almeno in primo grado - pochi giorni fa al Tar. Dopo aver proposto l’aggiudicazione dell’appalto a Le macchine celibi, il Comune ha infatti avviato un accertamento proprio sull’offerta relativa al costo della manodopera, chiedendo «prova dell’equivalenza delle tutele economiche e normative tra il CCNL Federculture» indicato nel bando «e il CCNL Multiservizi» utilizzato nella proposta della cooperativa. Passata l’estate, e ricevute dalla prima in graduatoria le risposte sulle questioni sollevate, il Comune ha ritenuto «non esaustive» le argomentazioni, disponendo così l’esclusione di Le macchine celibi dal bando. L’impugnazione dell’atto da parte della cooperativa estromessa dalla gara ha dato il via al contenzioso con Palazzo Garampi davanti ai giudici amministrativi, ma nel frattempo si è verificato un altro colpo di scena: anche la seconda in graduatoria, Battistolli Servizi Integrati s.r.l, è stata esclusa. A giovare dello scorrimento è stata quindi Atlantide, classificatasi terza, alla quale a fine marzo di quest’anno il Comune ha affidato ufficialmente l’appalto. Anche quest’ultimo provvedimento di aggiudicazione è stato impugnato da Le macchine celibi, sostenendo - fra le varie motivazioni del ricorso - che la nuova vincitrice avesse «presentato un’offerta alternativa o ambigua quanto al progetto di riassorbimento lavorativo» e rilevando nell’offerta presunte «irregolarità con riguardo ai corsi per la formazione che la renderebbero insostenibile». Appunti, questi, che facevano seguito alle motivazioni del ricorso originario, nelle quali la cooperativa ha sostenuto, in merito alla questione manodopera, di «poter integrare le retribuzioni del personale, fino al pareggio con i livelli di Federculture, tramite i cosiddetti superminimi in busta paga», mentre, sul piano formale, gli accertamenti disposti dal Comune erano considerati «illegittimi» e le tempistiche del procedimento troppo lunghe.
Ma nessuna delle motivazioni del ricorso ha convinto i giudici del Tar, per i quali, in sostanza, appare «congruamente motivata la conclusione della stazione appaltante in ordine alla ritenuta non esaustività delle difese della ricorrente». Palazzo Garampi, quindi, ha agito dalla parte della ragione, ma «per la novità e peculiarità della fattispecie esaminata» il Tar ha disposto la compensazione tra le parti delle spese di lite.