Rimini. Sequestri negli uffici del Comune: c'è un indagato

Seppur chiuso da anni, il delfinario di lungomare Tintori continua ad alimentare fascicoli alla Procura. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha visto finire nel registro degli indagati per falsa testimonianza un funzionario dello Sportello unico per le attività produttive del Comune. Reato che avrebbe commesso quando si è seduto sul banco dei testimoni nel processo che vede alla sbarra, accusato d'abuso d'ufficio, l'ex dirigente del Suap Remo Valdisserri. Incongruenze, contraddizioni emerse nell'udienza di alcune settimane fa, che ieri hanno spinto il pubblico ministero titolare del fascicolo a mandare i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura a perquisire e sequestrare documenti nell'ufficio del “presunto mentitore”. A quanto si è potuto apprendere, gli investigatori dell'Arma hanno dato particolare attenzione alle comunicazione scritte tra Valdisserri e il nuovo indagato e alle pratiche amministrative, riconducibili al delfinario, che ne sono seguite.

Il processo

Come detto, nei guai il funzionario del Suap c'è finito durante il processo che vede Valdisserri accusato di abuso d'ufficio. La vicenda è legata alla riapertura del delfinario nell’estate 2014 con i leoni marini: secondo gli inquirenti la struttura non avrebbe avuto l’autorizzazione antisismica e neppure quella per lo sversamento in mare. Imputati anche i “beneficiari” del presunto abuso di Valdisserri, gli ex amministratori del delfinario Monica Fornari, Salvatore Guarino e Massimo Muccini. Per loro il capo d’imputazione è la “violazione della legge speciale in materia di acque reflue”. Tutto è nato da un sopralluogo: la Forestale si era accorta che le acque di contenimento dei delfini venivano scaricate senza filtraggi direttamente in mare e senza l’autorizzazione unica ambientale, “Aua” indispensabile per ottenere la licenza per spettacoli viaggianti. Gli investigatori della Forestale, ora inquadrati nell’Arma dei carabinieri, hanno così verificato chi in Comune aveva rilasciato la licenza, ovvero Valdiserri. L’ex funzionario di Palazzo Garampi, difeso di fiducia dagli avvocati Maurizio Ghinelli e Vittorino Cagnoni, si è sempre difeso affermando di essersi limitato a rinnovare una licenza commerciale che aveva avuto il via libera, come dispone la legge, della commissione provinciale di cui fanno parte, tra le altre, l'Azienda Usl ed Hera.

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