Rimini. “Se mi denunci ti faccio a pezzettini”. 34enne perseguita la ex, chiesto il processo

Minacce di morte a ripetizione all’ex e al suo nuovo compagno dopo la fine della relazione: sarebbe solo la punta dell’iceberg di una vicenda che alle accuse di atti persecutori unisce anche quelle di lesioni personali aggravate, contestazioni mosse nei confronti di un 34enne di origini albanesi - formalmente residente in Lombardia ma di fatto stabilitosi a Bellaria - per il quale il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio. Il gup Vinicio Cantarini ha fissato per la seconda metà di novembre la data dell’udienza preliminare: l’uomo è difeso dall’avvocato Andrea Guidi.
I fatti contestati
I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra l’estate del 2022 e quella del 2023. La situazione sarebbe precipitata con la fine della relazione fra l’uomo e la sua ragazza, più giovane di qualche anno: appreso della nuova storia che legava l’ormai ex compagna a un altro giovane, il 34enne avrebbe iniziato a tempestarla di messaggi minatori, cambiando sempre utenza per impedirle di bloccare il contatto. Il tenore dei messaggi finiti nel capo d’imputazione? Un saggio sulla possessività: “Salutami il moroso finché non lo rompo”, “Nessuno si avvicinerà a te senza il mio permesso”, “Non ti lascio vivere”, “Se mi denunci ti faccio a pezzettini”.
Il punto di non ritorno
Sarebbero seguiti pedinamenti nei luoghi frequentati dalla ragazza, palestra e luogo di lavori compresi, fino al punto di non ritorno, la sera del 10 luglio 2023 quando, vedendo per strada l’ex in compagnia del nuovo fidanzato, il 34enne avrebbe dato il la a una notte di panico per i due, recandosi davanti all’abitazione di lei e lanciando sassi contro la porta. Al ritorno della coppia, l’uomo avrebbe poi aggredito entrambi con una bottiglia rotta al grido di “Non fatevi vedere a Bellaria o vi ammazzo, vi faccio sequestrare”, il tutto condito con minacce di morte anche all’indirizzo dei genitori del ragazzo. Nell’aggressione entrambe le vittime erano rimaste ferite: lei alla gamba sinistra (prognosi di 8 giorni) e lui al dito di un piede (prognosi di 5 giorni). Il giorno successivo era arrivata la denuncia che ha portato i carabinieri del comando stazione di Bellaria Igea Marina ad avviare le indagini. Ora la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura, che potrebbe incanalare la vicenda verso un processo per atti persecutori e lesioni personali aggravati.