Come tantissimi altri prima di lui, non ha accettato la decisione della sua ragazza di troncare la relazione. Per questo, un 34enne originario della Puglia ma domiciliato in provincia di Rimini, da settembre scorso ha iniziato a tempestare di chiamate quella che ormai era già divenuta la sua ex ragazza, implorandola di tornare insieme e pregandola di ripensare alla sua scelta. Insistenze però più volte corredate da vere e proprie minacce di morte, fino a presentarsi alla porta della sua abitazione e bussare insistentemente per farsi aprire, mollando la presa solo all’arrivo delle forze dell’ordine chiamate dalla vittima.
Per lui, ora, il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto l’emissione del decreto di giudizio immediato: un rito utilizzabile in presenza di prove concordanti e misure cautelari già in essere, e che non concede premialità all’imputato.
Dopo la denuncia della ex, qualche settimana fa i carabinieri si sono presentati all’abitazione del 34enne e dato esecuzione alla misura di custodia cautelare che prevede, oltre al divieto di avvicinamento a più di 800 metri dalla ragazza, anche l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
Tra le frasi intimidatorie riportate ai carabinieri in sede di denuncia, la giovane ha elencato anche quelle che facevano riferimento alla famiglia pseudo mafiosa dell’ex ragazzo. Quando lei, dopo circa 6 mesi di relazione, ha deciso di lasciarlo, lui è arrivato a “ricordarle” chi sarebbe la sua famiglia e le conseguenze potenzialmente pericolose in cui lei sarebbe potuta incorrere. Il peggio però è accaduto quando l’ex ha scoperto che la donna stava frequentando un altro ragazzo, un amico: le avrebbe detto che se ci fosse uscita ancora insieme li avrebbe ammazzati entrambi. Minacce rese ancora più insopportabili e paurose dalle continue chiamate, anche 6 o 7 al giorno, e dalle incursioni sotto casa. Lui è assistito da Mario Opramolla del foro di Salerno.