Rimini. Rinforzi, il Siulp: “Organici della polizia ridotti all’osso”

Un organico ridotto all’osso, con un carico di lavoro da città metropolitana e straordinari tagliati e compensi pagati dopo due anni. E’ la condizione in cui versano i lavoratori della Polizia di Stato di Rimini. Città bersagliata, solo nell’ultima settimana, da una serie di gravi reati: dallo sfondamento della vetrina di un’oreficeria, con un’auto, a ridosso di piazza Tre Martiri, all’aggressione in pieno giorno ad un gioielliere durante una tentata rapina, fino al ferimento di un’operatrice sanitaria al pronto soccorso dell’Infermi da parte di una paziente. «Da anni denunciamo, con fermezza e senso di responsabilità, una drammatica e crescente carenza di personale che sta colpendo tutte le articolazioni della Polizia di Stato della nostra provincia – protesta Monica Staurenghi, segretaria Siulp Rimini -. Già a dicembre avevamo segnalato l’anomalia di un’assegnazione di sole 8 unità, indirizzate esclusivamente all’Ufficio immigrazione, che aveva lasciato sguarnite tutte le altre articolazioni operative e annullato ogni forma di turn over».
Raffica di solleciti
Una vera e propria emergenza quella evidenziata dalla sindacalista che, tra l’altro, arriva a ridosso di una serie di solleciti lanciati, in questi giorni, alle Istituzioni, da commercianti («Mi sentirei più sicuro nel vedere più forze dell’ordine in giro per la città», aveva detto l’orefice ferito al volto da tre banditi lunedì) e operatori della Sanità («Sollecitiamo l’istituzione di un presidio fisso di polizia operativo 24 ore su 24», aveva rilanciato la direttrice del Pronto soccorso dell’Infermi dopo l’aggressione ai danni di un’infermiera). «Comprendo le loro richieste – puntualizza Staurenghi -, ma, purtroppo, mancando il personale non è possibile soddisfarle. Va, però, detto che in ospedale, dalle 8 alle 20, è operativo un presidio di Polizia. Certo, di notte non siamo presenti, ma ad ogni richiesta di aiuto interveniamo. E’, però, evidente che questo vuoto di personale mette a rischio non solo la dignità e la salute lavorativa degli agenti, ma soprattutto la sicurezza dei riminesi. Basti dire che solo negli ultimi due anni, circa 50 poliziotti sono andati in pensione, senza che vi sia stato un adeguato ricambio. E il prossimo anno ne andranno in pensione un’altra ventina, e forse più. Al punto che la già scarna pianta organica che vede 400 agenti attivi in tutta la provincia, a fine 2026 si ridurrà a 320 unità operative, tra Questura, Stradale e Polfer. Inaccettabile!». Le critiche della Staurenghi: dure, dirette, e basate sulla forza dei numeri, sono rivolte al Dipartimento della Pubblica Sicurezza e alla scelta «di escludere completamente Rimini dal recente piano di potenziamento del personale».
I più colpiti
«Un errore grave – accusa la segretaria provinciale del Siulp - che si traduce in meno pattuglie, meno prevenzione, meno sicurezza. Tra gli uffici più colpiti, tra l’altro, ci sono la Questura e, in particolare, l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (Upgsp), vero e proprio baluardo del controllo del territorio. Mentre gli interventi aumentano e le pattuglie disponibili sono insufficienti. Ma non va meglio negli altri uffici: Squadra Mobile, Digos, Pasi, Divisione Anticrimine, Immigrazione, e le Specialità (Polizia Ferroviaria, Stradale e di Frontiera) costretti ad operare sotto una pressione insostenibile, con donne e uomini esausti, ma, tuttavia, sempre in prima linea».
La doccia gelata
E come se non bastasse ecco la doccia gelata dei rinforzi estivi, «ridotti di numero anche questi, 4 unità in meno rispetto allo scorso anno: 80 nel 2024, 76 adesso; e che arriveranno il 1° luglio per andarsene il 1° settembre». «Ricordo – osserva Staurenghi - che anni fa gli aggregati estivi, solo per la Polizia di Stato, superavano le 100 unità. Nel 2001 ce ne inviarono, addirittura, 200, da metà giugno a metà settembre».
Il senso del dovere
Infine, la questione straordinari. «Quella dei tagli agli straordinari, con compensi rinviati anche di due anni, è una vergogna – tuona la rappresentante sindacale degli agenti di polizia -. Eppure i nostri colleghi, ogni mese, continuano a dare tutto, senza possibilità di dire no, spinti unicamente da un profondo senso del dovere. Mentre la richiesta dei riminesi si fa sempre più forte: vogliono vedere le Forze dell’Ordine nei parchi, negli ospedali, sugli autobus, nei luoghi della movida, sulle spiagge. Ma la verità è che stiamo già facendo l’impossibile con forze ridotte all’osso». Staurenghi chiosa, allora, con una considerazione amara: «Così vengono tradite le speranze e gli sforzi di chi, ogni giorno, con abnegazione e sacrificio, garantisce servizi e sicurezza ai cittadini. Per questo vorrei concludere con le parole, che tutti noi sentiamo profondamente nostre, scritte da un carabiniere e lette in uno studio televisivo da Rita Dalla Chiesa: “A noi che ancora crediamo nel dovere restano soltanto due cose: resistere o arrenderci. Ma chi porta la divisa non si arrende mai”».