Rimini. Rincari su pannolini e passeggini. “Crescere i figli, un lusso per pochi”

Rimini

Sempre meno nascite a Rimini. Col record negativo toccato lo scorso anno con appena 871 neonati, 85 in meno del 2022 (-10%). E con un trend da vero e proprio inverno demografico nell’ultimo triennio (2021-2023), fermo costantemente sotto i mille nuovi nati l’anno. «Fare un figlio oggi è un vero e proprio lusso – commenta, sconfortato, Graziano Urbinati, presidente di Federconsumatori -. Che pochi si possono permettere. Basti vedere i costi per rendersene conto». Costi proibitivi per una famiglia normale «che costringono moglie e marito a cancellare molte voci di spesa: vacanze, viaggi, ristoranti, abbigliamento». Secondo un’indagine condotta dall’associazione consumatori, infatti, in questo inizio 2024, per mantenere un bambino nel suo primo anno di vita, occorrono da un minimo di 7.431 euro ad un massimo di 17.585 euro, il 4% in più sul 2023. «E questo in base a cosa si compra – spiega Urbinati - se, ad esempio, i prodotti nell’abbigliamento sono griffati o no, oppure se si ricorre all’usato, magari per i passeggini o i seggiolini auto, che consente un taglio di spesa dal 53 al 61%, o se si acquista online, che permette risparmi del 30,35%». Il tutto, naturalmente, senza considerare, per ovvie ragioni, i costi relativi ai beni di prima necessità quali pannolini, farmaci, biscotti, latte, pappe e visite mediche. Per i quali non sono previsti sconti.

Le ulteriori aggiunte

Se, poi, a queste spese aggiungiamo quelle del “prenascita” l’esborso di denaro aumenta ulteriormente. «Parliamo di altri 2.600 euro che se ne vanno durante il periodo di gravidanza – sottolinea Urbinati -, tra test, analisi del sangue, ecografie, abbigliamento, farmaci». Servizi sanitari e spese per la salute, dunque, che, in un contesto inflazionistico, pesano il 4,1% in più dell’anno precedente (dato di marzo). «E qui emergono in tutta la loro evidenza le inefficaci politiche pro-natalità di questo governo – commenta Urbinati -, che, se da un lato puntano su bonus a pioggia, che, però, lasciano fuori una vasta fascia della popolazione, quella con un Isee superiore a quello previsto per ottenere gli aiuti statali, dall’altro gravano su tutte le famiglie con figli piccoli, anche su quelle che usufruiscono dei bonus. Per la serie da una parte ti do dall’altra ti prendo». Il riferimento del presidente di Federconsumatori è all’Iva che in questo 2024 è lievitata su alcuni prodotti. «Certo – conferma Urbinati -. I pannolini, il latte in polvere, e gli assorbenti, ad esempio, hanno visto aumentare l’imposta dal 5 al 10%, mentre i seggiolini per auto l’hanno vista schizzare, addirittura, dal 5 al 22%. Scelte incomprensibili che penalizzano fortemente le famiglie». Senza considerare il peso del carovita. Che nel Riminese non mostra cenni di cedimento. Anzi. Chiosa il presidente di Federconsumatori: «I costi dei generi alimentari non accennano a diminuire e questo è grave per il bilancio di una famiglia con un neonato. A marzo, infatti, l’inflazione al carrello della spesa è cresciuta del +3,9% sul 2023. E secondo l’analisi elaborata dalla Commissione di allerta rapida sui prezzi, nel periodo febbraio 2019-febbraio 2024 ci sono prezzi al consumo che hanno subito aumenti percentuali a due cifre: le uova, ad esempio, in cinque anni sono lievitate del 25,7%, così come le mele (+21,1%) o il latte fresco (+21,5), senza parlare della pasta (+35,6%), della passata di pomodoro (+41,9%) o dell’olio extravergine il cui prezzo è schizzato dell’81%. Ditemi voi: in queste condizioni come può una giovane coppia solo pensare di mettere al mondo dei figli».

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