Rimini. Rincari energia sulle piccole imprese, l’allarme: «Sono 45mila euro all’anno»

Rimini

Imprese preoccupate dal caro bollette. Che, con l’aumento del gas e della luce annunciato per questo 2025, «potrebbe determinare forti ripercussioni sulle piccole aziende riminesi». Ed è subito allarme. Lanciato, con forza, dalle associazioni di categoria degli artigiani e della piccola e media impresa. «Ci aspettano mesi con bollette carissime - sottolinea Gianluca Capriotti, segretario provinciale Confartigianato imprese –, in un sistema, quello delle piccole imprese che, secondo il nostro centro studi nazionale, è già sottoposto ad un esborso di elettricità il 9,9% maggiore della media Ue, con un gap di prezzo che, nel biennio 2022-2023, si è tradotto in 11,8 miliardi di euro di maggiori costi rispetto ai competitor europei».

Secondo l’analisi Confartigianato, infatti, le aziende italiane sborserebbero il 10,1% in più di quelle francesi, il 13,4% in più delle tedesche e il 44,4% in più delle spagnole. Da qui l’appello al «facciamo presto» lanciato dagli imprenditori per evitare pesanti ricadute sull’intero sistema economico e stoppare l’aumento dell’inflazione che, dopo un +5,7% del 2023 si era assestata, nel 2024, ad un ragionevole +1%.

«Il rischio c’è ed è evidente - osserva Davide Ortalli, direttore Cna Rimini - perché l’aumento dei costi energetici non potrà che riverberarsi sull’intero comparto produttivo e provocare l’aumento dei prezzi. A discapito di tutti: aziende e famiglie. E dei consumi, già in deciso freno».

Cosa fare allora, quali misure introdurre per stoppare sul nascere questo trend? «Chiediamo un intervento immediato del Governo e di chi ne ha competenza per mettere un freno ad una situazione che crea enormi difficoltà - puntualizza Capriotti -. Tra l’altro, dopo Lombardia e Veneto, l’Emilia-Romagna, con 1.199 milioni di euro, è la regione che ha subìto il maggiore extra-costo per l’energia elettrica rispetto all’Ue nel biennio 2022-2023».

Va detto, infatti, che le micro e piccole imprese, in proporzione, hanno costi energetici maggiori rispetto alle grandi industrie e questi ennesimi aumenti rischiano di diventare una vera e propria emergenza. Spiega Ortalli: «Per una piccola impresa italiana, romagnola, riminese, l’incidenza energetica pesa, in bilancio, il 14% in più della media europea. E questo a causa, soprattutto, degli oneri di sistema, dove c’è di tutto, dal costo del trasporto alla fiscalità a tanto altro ancora. Indispensabile, quindi, rivedere queste voci di spesa che esulano dal consumo vero e proprio dell’energia e diventano degli inutili e costosi balzelli».

Ma quanto paga una piccola impresa riminese di gas e luce ogni anno? «Per un’azienda di 5-6 dipendenti siamo sui 20mila euro l’anno di luce e 10mila euro di gas», risponde Capriotti. E Ortalli rilancia: «L’incidenza dei costi energetici su una piccola azienda meccanica con 5 lavoratori assunti e 600-700mila euro di fatturato pesa per il 6% del bilancio. Con una spesa complessiva annuale di luce e gas intorno ai 45mila euro, di cui, però, solo la metà corrisponde al reale consumo energetico, perché il resto sono gli oneri di sistema. Tutto questo in un momento in cui l’Italia è già colpita da una preoccupante crisi economica». Conclude allora il segretario di Confartigianato: «Quello che possiamo fare nel nostro territorio è implementare ancora di più i servizi che forniamo con il nostro Sportello Energia, che, attraverso il consorzio Cenpi, formato da 15.000 aziende e 5.000 famiglie, blocca per un anno il costo dell’acquisto del gas e dell’energia e garantisce per questo periodo il mantenimento delle tariffe contrattualizzate».

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