Sei ragazzi innamorati del mare che hanno vissuto fino in fondo la loro passione e che Rimini non vuole dimenticare. Sono passati 30 anni dalla tragedia del Parsifal, una delle pagine più dolorose della vela italiana. La sera del 2 novembre 1995 il cutter di 16 metri realizzato dal cantiere di Stefano Carlini di Rimini su disegno di Carlo Sciarrelli è impegnato nella regata trasferimento da Sanremo e Casablanca per partecipare alla Transat des Alizes. Come annunciato le condizioni meteo peggiorano e mentre l’imbarcazione si trova al largo nel Golfo del Leone, la grande insenatura tra Tolone, in Francia, e Spagna, di fronte all’isola Minorca, viene colpita da una poderosa onda anomala di quasi 10 metri.
L’equipaggio, nove persone, si ritrova in mare aperto aggrappato a una zattera improvvisata. I soccorsi partono in ritardo e dopo molte ore in acqua dei nove solo tre riescono a cavarsela. “Una tragedia che chi è un po’ più grande non può dimenticare”, sottolinea questa mattina alla stampa il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, presentando la giornata di commemorazione di sabato prossimo 1 novembre, realizzata in collaborazione con i circoli velici. Alla cerimonia istituzionale della mattina al monumento commemorativo in via Destra del Porto, seguirà nel pomeriggio il convegno “Diporto nautico. L’importanza dei casi reali e dell’analisi post incidentale” e in serata il concerto sinfonico corale alla chiesa di Sant’Agostino con il Requiem di Mozart. “Quella tragica nottata e le giornate successive di angoscia hanno lasciato un segno in tutta la città”, ricorda ancora il primo cittadino, ci fu una “partecipazione collettiva” per un evento che rappresenta non solo “dolore” anche “il rapporto con il mare” di una città come Rimini, che a volte si fa molto delicato. “Gli anni passano e abbiamo voluto ri-fermare il tempo dopo 30 anni per ricordare i ‘ragazzi del Parsifal’, tutti e nove non solo i defunti”, osserva la presidente del Comitato dei familiari delle vittime Giovanna Filippini. Per l’occasione è stato ristampato anche il manifesto di allora, che rappresenta la barca, un vero gioiello della tecnologia. “Non possiamo avercela con le barche o il mare - aggiunge - abbiamo elaborato il lutto e siamo andati avanti”, guardando l’orizzonte come fanno i velisti.
Certo, è “un ricordo emotivo e triste”, ma c’è anche un “aspetto positivo, lavorare sul tema della sicurezza in mare”. Proprio con questo obiettivo nel 1998, su iniziativa di Riccardo Tosato, padre di Daniele, lo skipper del Parsifal annegato, è nato il Centro studi per la sicurezza in mare.