Rimini ricorda i ragazzi del Parsifal: sabato 1° novembre la commemorazione e un convegno

Rimini
  • 27 ottobre 2025

Sei ragazzi innamorati del mare che hanno vissuto fino in fondo la loro passione e che Rimini non vuole dimenticare. Sono passati 30 anni dalla tragedia del Parsifal, una delle pagine più dolorose della vela italiana. La sera del 2 novembre 1995 il cutter di 16 metri realizzato dal cantiere di Stefano Carlini di Rimini su disegno di Carlo Sciarrelli è impegnato nella regata trasferimento da Sanremo e Casablanca per partecipare alla Transat des Alizes. Come annunciato le condizioni meteo peggiorano e mentre l’imbarcazione si trova al largo nel Golfo del Leone, la grande insenatura tra Tolone, in Francia, e Spagna, di fronte all’isola Minorca, viene colpita da una poderosa onda anomala di quasi 10 metri.

L’equipaggio, nove persone, si ritrova in mare aperto aggrappato a una zattera improvvisata. I soccorsi partono in ritardo e dopo molte ore in acqua dei nove solo tre riescono a cavarsela. “Una tragedia che chi è un po’ più grande non può dimenticare”, sottolinea questa mattina alla stampa il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, presentando la giornata di commemorazione di sabato prossimo 1 novembre, realizzata in collaborazione con i circoli velici. Alla cerimonia istituzionale della mattina al monumento commemorativo in via Destra del Porto, seguirà nel pomeriggio il convegno “Diporto nautico. L’importanza dei casi reali e dell’analisi post incidentale” e in serata il concerto sinfonico corale alla chiesa di Sant’Agostino con il Requiem di Mozart. “Quella tragica nottata e le giornate successive di angoscia hanno lasciato un segno in tutta la città”, ricorda ancora il primo cittadino, ci fu una “partecipazione collettiva” per un evento che rappresenta non solo “dolore” anche “il rapporto con il mare” di una città come Rimini, che a volte si fa molto delicato. “Gli anni passano e abbiamo voluto ri-fermare il tempo dopo 30 anni per ricordare i ‘ragazzi del Parsifal’, tutti e nove non solo i defunti”, osserva la presidente del Comitato dei familiari delle vittime Giovanna Filippini. Per l’occasione è stato ristampato anche il manifesto di allora, che rappresenta la barca, un vero gioiello della tecnologia. “Non possiamo avercela con le barche o il mare - aggiunge - abbiamo elaborato il lutto e siamo andati avanti”, guardando l’orizzonte come fanno i velisti.

Certo, è “un ricordo emotivo e triste”, ma c’è anche un “aspetto positivo, lavorare sul tema della sicurezza in mare”. Proprio con questo obiettivo nel 1998, su iniziativa di Riccardo Tosato, padre di Daniele, lo skipper del Parsifal annegato, è nato il Centro studi per la sicurezza in mare.

Il ricordo e un convegno

Il presidente Luca Alessandrini ribadisce la doppia anima della giornata commemorativa di sabato prossimo: la mattina il ricordo, il pomeriggio il convegno. Il Centro studia l’incidentalità in mare da due punti di vista: quello dei fatti e dei dati, per ricostruirli senza un giudizio prestabilito, quello della cultura nautica e del mare. Analizzando dunque quello che cambia e diffondere la cultura di come comportarsi in mare. Durante il convegno, dunque, tanti temi da affrontare, dalla Certificazione Ce per le navi da diporto alla responsabilità di chi va in mare per divertimento. Sono infatti troppi gli interventi delle Capitanerie di porto, rispetto ai reali pericoli in mare. “La divulgazione della cultura del mare è dunque il presupposto per un divertimento in sicurezza”, mette in luce il comandante della Capitaneria di porto di Rimini Ottavo Cilio. Anche il presidente del Circolo velico di Rimini Leonardo Bernardini ricorda nitidamente quei giorni. Il Parsifal era “una meraviglia costruttiva”, tutta made in Rimini, e raccontava la volontà di fare conoscere la cultura della vela, di trasformare Rimini “da città sul mare a città di mare”. Le ragioni di quella tragedia, conclude, “sono della storia, noi vogliamo ricordare quella stagione e quegli anni, la crescita della passione per la vela”. Così che i “ragazzi del Parsifal”, conclude l’assessore alla Blue economy Anna Montini, anche grazie al lavoro del Centro studi, “non rimanga un pugno nello stomaco”.

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