Rimini. “Realizzo da zero abiti made in Romagna, la mia è una passione di famiglia”

Benvenuti nel Made in Romagna, dove l’artigianalità fa ancora la differenza». Nicoletta Mainardi vive a Rimini, la città in cui è nata 57 anni fa e dove nel 2013 ha aperto il suo laboratorio Ma-nifattura, un contenitore che unisce la produzione della linea di abbigliamento e della maglieria Ma-ni a un’accurata ricerca di brand e di accessori. Dopo il diploma all’istituto Marangoni di Milano come stilista di moda, ha lavorato all’interno della Benetton Group, specializzandosi nella progettazione di maglieria. Come freelance ha infine collaborato con aziende leader nella moda come Moncler, Trussardi e Pinko.
Mainardi, com’è nato il suo interesse per la moda?
«È una passione di famiglia. Sin dagli anni Settanta, i miei genitori hanno sempre lavorato nel settore dell’abbigliamento prima con una loro azienda, la “No smoking”, e poi dal 1987 attraverso vari negozi come “Rainbow” e “Nicole” ora gestiti da mia sorella. Quanto a me, ho sempre mostrato un approccio creativo e una spiccata passione per il colore sin dal debutto nel mondo del fashion. Mi emoziono ancora oggi, non mi vedrei in nessun altro mestiere al mondo. Una volta divenuta mamma di due gemelli, però, viaggiare è divenuto più complicato perciò ho ridotto le collaborazioni come consulente per poi aprire una mia linea, Ma-ni, assieme a mio marito. Logo, questo, che non contiene solo l’essenza del lavoro, ma è anche il nostro acronimo».
Qual è la filosofia sottesa al suo brand?
«Materiali sofisticati e di ottima qualità (come la pura lana merinos, il misto cashmere, le sete, i cotoni Liberty) ma anche una forte attenzione per l’ambiente. La mia produzione è artigianale e Made in Romagna, impreziosita da dettagli realizzati a mano sempre diversi e sempre unici».
Come sono cambiate le tendenze in oltre 30 anni?
«I capi low cost hanno aggravato l’inquinamento ambientale oltre che offuscare il Know-How Italiano. Un patrimonio, il nostro, che meriterebbe più attenzione considerando le sue fondamenta: una capacità artigianale senza eguali e una produzione di altissimo livello, che va dai filati ai dettagli».
Una carrellata sul suo lavoro?
«Gli inizi non sono stati semplici, ma una volta sperimentata il pregio dei miei capi, le clienti tornano sempre. La frase più divertente che mi rivolgono è: “Le tue maglie durano più dei mariti” (ride, ndr). Scherzi a parte, mischiare abiti e accessori di livelli diversi è possibile ma qualche pezzo di valore ce lo dobbiamo concedere».
Dove trova l’ispirazione?
«Un tempo in veri e propri viaggi di ricerca diretti, ad esempio, a Tokyo che prima della globalizzazione offriva spunti fuori dal comune. Ora che ho cambiato il modo di vedere le cose, le idee arrivano invece con spontaneità osservando la bellezza della natura o la trama un tessuto particolare».
Cos’è l’eleganza?
«Tutto parte dai tessuti, di qualità, e a cui aggiungere accessori ad hoc. Detto questo, l’eleganza è l’esatto contrario degli eccessi e si costruisce togliendo anziché aggiungendo».
Cosa consiglierebbe a un/a giovane romagnolo/a che desideri diventare stilista?
«Di recuperare le nostre origini e la manualità artigianale, che ci contraddistingue dalla notte dei tempi, rendendoci irraggiungibili anche a livello internazionale».