Rimini, provincia fra le più sicure in Italia

Rimini

Da capitale del crimine a “paradiso terrestre” è un attimo. L’annuale classifica che il “Sole 24 Ore” dedicata alla qualità alla qualità della vita colloca la provincia di Rimini in vetta per numero di delitti: terza posizione in Italia dopo Milano e Firenze. Questa volta, però, il quotidiano economico ha introdotto una novità: la correzione turistica. In breve: viene calcolato il “peso” rappresentato dai milioni di turisti che ogni anno affollano la riviera adriatica. E cambia tutto: la provincia riminese diventa un’area sicura: posizione numero 102.

Ecco la dichiarazione del msindaco di Rimini, Andrea Gnassi. “L’ormai tradizionale indice della criminalità delle province italiane, pubblicato dal quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’ sulla base delle denunce presentate, offre quest’anno un quadro ricco di spunti e ancora più completo riguardo al tema della sicurezza nelle città italiane. Diciamo subito che per i 25 Comuni della provincia di Rimini sono due gli elementi principali che emergono in relazione ai reati dell’anno 2019:

1)   un sensibile calo delle denunce presentate rispetto all’anno precedente (- 8.3 per cento), il secondo più consistente in Emilia Romagna e la conferma di una discesa costante da 6 anni a questa parte;

2) l’inedita introduzione del “peso” dei flussi turistici su questa graduatoria, richiesta più e più volte proprio per non dare corda a un dibattito distorto sui dati, specie a libello locale. Quest’anno ‘Il Sole 24 Ore’ per la prima volta offre questa simulazione dalla quale scaturisce come il territorio riminese sia tra i cinque più virtuosi in termini di sicurezza in Italia, pesato analiticamente il turismo.

Il confronto tra 2018 e 2019 per il nostro territorio vede numeri in calo sostanzialmente in molte categorie: non solo generale (-8.3%), ma furti (-14.5%), scippi (-36.8%), furti in abitazione (dal quartultimo posto del 2018 al 20esimo del 2019), furti in negozi (-13.7%) e con destrezza (-20.3%). Più analiticamente quello che balza agli occhi è che dopo 17 anni, era dal 2002 che non accadeva, la Provincia di Rimini sta sotto la soglia delle 20 mila denunce presentate. Dopo i picchi del 1996 e 1997 (rispettivamente 28.688 e 29.657) e del 2013 e 2014 (oltre i 26mila), numeri in calo costante sino alle 19.994 denunce dello scorso anno.

Dal 2013 al 2019 il trend del numero assoluto dei reati è comunque passato da 26.741 denunce a 19.994  per un calo assoluto di 6.747 denunce e percentuale del 33,7 per cento. In sostanza un calo di un reato su 3. Incrociando le denunce con i residenti, quello del 2019 è il migliore riscontro degli ultimi 24 anni, quasi dimezzato rispetto al 1996.

L’introduzione del calcolo della componente turistica è poi una novità che sgombra il campo da tante e troppe strumentalizzazioni. Rimini si trova nella parte virtuosa di questa classifica ponderata (insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano), tra le province più sicure del Paese, e ribaltando la solita  graduatoria assoluta, ma il ragionamento da fare non è semplicemente statistico. I territori e le città ad alta concentrazione turistica e di ospitalità, soprattutto dopo la lunga crisi internazionale e nazionale cominciata alla fine del decennio scorso, sono ancora di più diventati attrattori per la capacità di creare ricchezza anche in periodi di congiuntura economica negativa. A questo va aggiunto, per Rimini, il segnale della tenuta del tessuto civico in relazione all’efficacia delle forze dell’ordine e delle istituzioni. La propensione a denunciare, sia da parte dei residenti che degli stessi turisti, rimane un atto di fiducia nelle istituzioni e tra cittadino e istituzioni, non la si considera una perdita di tempo.

Due questioni infine. I numeri mettono in rilievo il gran lavoro fatto a livello locale dai Comuni e dalle forze dell’ordine nell’ambito dei Comitati provinciali per l’ordine pubblico e la sicurezza. Va detto: un lavoro frutto pressoché esclusivamente di volontà e abnegazione di chi è qui in sede locale visto che da 30 anni lo Stato e i vari governi succedutisi hanno mai preso realmente in considerazione il problema del passaggio di categoria della Questura con il relativo potenziamento permanente degli organici di polizia. La seconda questione è aggiornata al 2020 e ai mesi del Covid. Bisogna mantenere un’attenzione straordinaria, da adesso in poi, a tutto il tema della conseguenza dei devastanti impatti su alcuni settori economici del lockdown in relazione alla potenziale infiltrazione della criminalità anche organizzata. Anche nel report di quest’anno del Sole ci sono dati, penso al riciclaggio e l’impiego di denaro, che mettono in evidenza una difficoltà della provincia di Rimini, terra ricca, anche in questa difficilissima stagione piena di turisti, e per questo ancora più attrattiva per i malintenzionati. Attenzione”.

1)   un sensibile calo delle denunce presentate rispetto all’anno precedente (- 8.3 per cento), il secondo più consistente in Emilia Romagna e la conferma di una discesa costante da 6 anni a questa parte;

2) l’inedita introduzione del “peso” dei flussi turistici su questa graduatoria, richiesta più e più volte proprio per non dare corda a un dibattito distorto sui dati, specie a libello locale. Quest’anno ‘Il Sole 24 Ore’ per la prima volta offre questa simulazione dalla quale scaturisce come il territorio riminese sia tra i cinque più virtuosi in termini di sicurezza in Italia, pesato analiticamente il turismo.

Il confronto tra 2018 e 2019 per il nostro territorio vede numeri in calo sostanzialmente in molte categorie: non solo generale (-8.3%), ma furti (-14.5%), scippi (-36.8%), furti in abitazione (dal quartultimo posto del 2018 al 20esimo del 2019), furti in negozi (-13.7%) e con destrezza (-20.3%). Più analiticamente quello che balza agli occhi è che dopo 17 anni, era dal 2002 che non accadeva, la Provincia di Rimini sta sotto la soglia delle 20 mila denunce presentate. Dopo i picchi del 1996 e 1997 (rispettivamente 28.688 e 29.657) e del 2013 e 2014 (oltre i 26mila), numeri in calo costante sino alle 19.994 denunce dello scorso anno.

Dal 2013 al 2019 il trend del numero assoluto dei reati è comunque passato da 26.741 denunce a 19.994  per un calo assoluto di 6.747 denunce e percentuale del 33,7 per cento. In sostanza un calo di un reato su 3. Incrociando le denunce con i residenti, quello del 2019 è il migliore riscontro degli ultimi 24 anni, quasi dimezzato rispetto al 1996.

L’introduzione del calcolo della componente turistica è poi una novità che sgombra il campo da tante e troppe strumentalizzazioni. Rimini si trova nella parte virtuosa di questa classifica ponderata (insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano), tra le province più sicure del Paese, e ribaltando la solita  graduatoria assoluta, ma il ragionamento da fare non è semplicemente statistico. I territori e le città ad alta concentrazione turistica e di ospitalità, soprattutto dopo la lunga crisi internazionale e nazionale cominciata alla fine del decennio scorso, sono ancora di più diventati attrattori per la capacità di creare ricchezza anche in periodi di congiuntura economica negativa. A questo va aggiunto, per Rimini, il segnale della tenuta del tessuto civico in relazione all’efficacia delle forze dell’ordine e delle istituzioni. La propensione a denunciare, sia da parte dei residenti che degli stessi turisti, rimane un atto di fiducia nelle istituzioni e tra cittadino e istituzioni, non la si considera una perdita di tempo.

Due questioni infine. I numeri mettono in rilievo il gran lavoro fatto a livello locale dai Comuni e dalle forze dell’ordine nell’ambito dei Comitati provinciali per l’ordine pubblico e la sicurezza. Va detto: un lavoro frutto pressoché esclusivamente di volontà e abnegazione di chi è qui in sede locale visto che da 30 anni lo Stato e i vari governi succedutisi hanno mai preso realmente in considerazione il problema del passaggio di categoria della Questura con il relativo potenziamento permanente degli organici di polizia. La seconda questione è aggiornata al 2020 e ai mesi del Covid. Bisogna mantenere un’attenzione straordinaria, da adesso in poi, a tutto il tema della conseguenza dei devastanti impatti su alcuni settori economici del lockdown in relazione alla potenziale infiltrazione della criminalità anche organizzata. Anche nel report di quest’anno del Sole ci sono dati, penso al riciclaggio e l’impiego di denaro, che mettono in evidenza una difficoltà della provincia di Rimini, terra ricca, anche in questa difficilissima stagione piena di turisti, e per questo ancora più attrattiva per i malintenzionati. Attenzione”.

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