Rimini. Profilo social hackerato, calvario per un 30enne: truffato e derubato

Rimini

Un uomo di 30 anni è rimasto coinvolto in una truffa on line molto articolata che lo ha portato a sporgere denuncia contro ignoti.

I fatti risalgono a pochi mesi fa. Il 30enne, titolare di un salone da parrucchiere in provincia, aveva un profilo Facebook collegato all’uso della carta di credito che utilizzava anche per effettuare pubblicità on line sul social network. Profilo dal quale, dunque, potevano essere prelevati dei soldi.

Dopo aver ricevuto ripetuti inviti da parte di Facebook a revisionare il proprio account, il parrucchiere ha deciso di intervenire senza però riuscire più, per alcuni giorni, a entrare nella propria “pagina” (con relativo cambio account e password). E, cosa ancor più preoccupante, gli è stata recapitata la mail di un pagamento di 50 euro effettuato tramite il proprio profilo. Risultano invece in sospeso altre somme da pagare (una da 25 euro e altre in dollari) grazie al fatto che il riminese, nel frattempo, aveva provveduto a bloccare la carta di credito. Inoltre sul proprio profilo - chiaramente hackerato - vedeva pubblicizzate delle scarpe prodotto tutt’altro che in linea con la sua attività.

La sostituzione di persona

A quel punto, visti anche gli avvisi di Meta del rischio di un’azione legale nei suoi confronti per commercializzazione non autorizzata di prodotti e violazione del copyright, il 30enne ha deciso di tutelarsi rivolgendosi a un legale.

Il caso è finito in mano all’avvocato Paolo Ghiselli che, insieme alla dottoressa Luisa Liguori, ha presentato una formale denuncia - querela e cercato elementi che potessero aiutare gli inquirenti a identificare gli autori della truffa on line.

Il caso è ora in mano a una sezione specializzata della procura di Bologna. I reati ipotizzati sono tanti: truffa; sostituzione di persona; interferenze illecite nella vita privata; danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici; detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici.

L’intervento dello studio legale si è, comunque, rivelato risolutore perché non sono stati prelevati ulteriori soldi dalle carte del parrucchiere.

L’avvocato Paolo Ghiselli mette in guardia: «In una realtà sempre più tecnologica come quella attuale, questi tentativi di truffa in futuro possono solo aumentare. Consiglio di utilizzare la massima cautela con i social network soprattutto quando il profilo è legato alla propria attività e a una carta credito. A volte basta schiacciare inavvertitamente un banner per trovarsi nei guai».

Il legale aggiunge: «In questo caso siamo di fronte a gente piuttosto abile, malviventi che probabilmente operavano dall’estero. Aspettiamo aggiornamenti da Bologna per trasmettere il risultato delle indagini alla procura di Rimini e speriamo che gli autori vengano rintracciati. Sia per tutelare l’identità digitale del mio assistito, sia perché non capiti la stessa cosa anche ad altre persone».

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