Rimini, professoressa morsa in viso da un’alunna autistica: «Ho denunciato, nessun risarcimento e nessuno mi ha tutelata»

Un morso in piena guancia, il dolore, lo spavento, poi, a distanza di tempo, l’amarezza per una giustizia mancata e l’impossibilità di fare valere le proprie ragioni. Sono i sentimenti che confessa di provare una professoressa di materie umanistiche di un liceo riminese, che, scegliendo la via dell’anonimato in considerazione della delicatezza della situazione, racconta la vicenda di cui si è ritrovata vittima. Un’alunna di quinta, affetta da una grave forma di autismo, durante una lezione l’ha aggredita mordendola alla guancia destra, quasi strappandole i lembi di pelle, e poi in un secondo momento le ha tirato i capelli staccandole diverse ciocche dal cuoio capelluto. «Per farle mollare la presa mentre mi mordeva - racconta la docente - sono dovuti intervenire due alunni e un altro insegnante, io non sarei riuscita ad allontanarla. L’ultima cosa che ricordo era che ero quasi caduta a terra e lei mi sovrastava».
Un episodio che a raccontarlo, nel mostrare la cicatrice ancora ben visibile in volto, la professoressa mostra segni di agitazione nonostante sia trascorso diverso tempo dall’accaduto. «Ho pensato che sarei morta - confessa - e oggi, a distanza di due anni e mezzo, mi viene ancora l’angoscia a pensare a quegli istanti».
Un episodio potenzialmente molto pericoloso quanto estraneo alle intenzioni della ragazza, che si è verificato davanti all’intera classe, restando impresso nella memoria di molti studenti. Ma dall’aggressione e dalle ferite, curate poi dai medici del Pronto soccorso che hanno assegnato diversi giorni di malattia alla professoressa, si è innescato un altro calvario, quello giudiziario.