Si aprirà a metà dicembre il processo, davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Adriana Cosenza, nei confronti un riminese di 49 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate ed estorsione ai danni degli anziani genitori (padre 72enne e madre 70enne). Così ha deciso il gip Raffaele Deflorio accogliendo la richiesta di giudizio immediato presentata nei mesi scorsi dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi. In sostanza, si salta l’udienza preliminare per passare direttamente al dibattimento, in quanto secondo la Procura la prova di colpevolezza dell’imputato appare evidente. Indagini che hanno dimostrato come il 49enne, tossicodipendente già in cura al Sert, reiterava i maltrattamenti con violenze fisiche e verbali, denigrando i genitori e rivolgendo loro offese e minacce allo scopo di ricevere denaro verosimilmente per l’acquisto delle sostanze stupefacenti. L’uomo, difeso dell’avvocato Paolo Righi del foro di Rimini, dopo essere stato condannato per reati analoghi nel luglio di due anni fa sempre nei confronti dei genitori (aveva patteggiato un anno e otto mesi), dopo essere stato arrestato e finito in carcere a luglio ora si trova agli arresti domiciliari presso la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Rimini. Picchia i genitori per soldi, a processo

Violenze all’ordine del giorno
In quella casa le violenze e le offese erano all’ordine del giorno, con frasi come “deficienti, cretina dammi i soldi, tanto me li devi dare”. A queste il 49enne aggiungeva le minacce di rompere gli oggetti in casa e di aggredire i genitori fisicamente se non avessero acconsentito alle sue continue richieste di denaro. A giugno però la situazione è divenuta insostenibile tanto da spingere la madre a denunciare il figlio. Il 12 giugno, al rifiuto della madre di dargli il denaro da lui preteso, il 49enne le ha afferrato il polso destro e le ha messo le mani sul viso, stringendo violentemente e provocandole dolore, costringendo così la donna a consegnargli i soldi. Il 22 giugno, sempre con il solito atteggiamento aggressivo e minaccioso, li ha costretti a farsi consegnare 300 euro. Da qui il reato di estorsione, reiterato anche in seguito quando con le stesse “buone” maniere ha costretto la madre a consegnargli prima 50 euro e poi nelle ore successive della stessa giornata altri 200 euro. Nel corso dei maltrattamenti, come detto, non mancavano nemmeno le violenze fisiche. Lesioni personali come ematomi ed ecchimosi rilevate anche dai carabinieri che hanno raccolto la denuncia della madre. La donna, però, non si era mai recata al pronto soccorso proprio per timore della reazione del figlio.