Rimini. Perde il reddito di cittadinanza, donna costretta a vivere nel parco

Dorme sulle panchine. Stende i panni, lavati chissà dove, nel parco vicino alla stazione di Viserba. Cerca di mantenere pulizia e decoro personale, fa colazione al bar e grazie all’elemosina provvede a una piccola spesa quotidiana, poi mangia il pane centellinando i pezzi seduta sotto il nuovo sottopasso di via Morri.
È una presenza nota a Viserba da mesi quella di una senzatetto che dice di chiamarsi Lucia, di avere 55 anni e di vivere a Rimini da quasi due decenni. Accoccolata vicino al sacchetto della Conad e a pochi indumenti sparsi, preferisce non raccontare quale sia la sua origine e quando le si chiede se ha bisogno di aiuto, fa spallucce. «Di certo – esordisce dopo un lungo silenzio – non ho bisogno di quel sostegno con la scadenza che dopo pochi mesi ti ributta in strada, né degli alloggi dove non puoi portar nulla di tuo né tanto meno di quelli dove devi pagare per restare», conclude senza fornire chiarimenti al riguardo. A darle una boccata d’ossigeno finora, sostiene accompagnando le parole con ampi gesti, è stato il reddito di cittadinanza da poco archiviato. Nessuna paura per il freddo in arrivo, ribadisce spostando i capelli grigi all’indietro, perché qualunque stagione vissuta in strada presenta enormi difficoltà. Ora trascina le sue giornate tra il parco dedicato a Luigi Biroli Pirzio e il nuovo sottopassaggio, certa che sia meglio la libertà alla carità effimera.
In suo favore è partito un accorato appello sui social. «È mai possibile – si lamenta un utente su una pagina Facebook dedicata a Viserba – che nessuna istituzione, centro sociale, punto di accoglienza o chiesa si interessi a questo caso, soprattutto ora che l’autunno è alle porte e andremo incontro a giornate più fredde?». Poi la stoccata: «Accogliamo ogni giorno centinaia di profughi e non abbiamo posto per una sola signora? Forse non porta soldi nelle casse italiane come i rifugiati e perciò la lasciamo morire per strada?».
Un altro residente nota il comportamento tranquillo della clochard che non sproloquia e non si avvicina a nessuno, conducendo la vita in solitudine.
Su Facebook interviene infine l’assessore viserbese Mattia Morolli, spiegando che la situazione è nota da giorni al settore dei servizi sociali del Comune. «Spiace scrivere però – aggiunge – che per aiutare occorre anche la disponibilità della persona che necessita di aiuto. Ad ogni modo è bello leggere un post “al noi” dove si dà interesse anche a chi ha bisogno».