Rimini. Nuove licenze per i taxi, scontro con il Comune

Rimini

Nuove licenze taxi, ancora lontane le posizioni di Comune e associazioni di categoria. Il “braccio di ferro” è sul numero: 7 invece di 14. Inoltre gli operatori chiedono di potere rivedere le tariffe ferme da anni e avanzano il dubbio che alla fine 14 o 7 in più cambi ben poco quando in città è difficile girare per via dei troppi cantieri e della mancanza di corsie preferenziali.

Tutti al volante

Il governo ha varato un decreto legge grazie al quale città con determinate caratteristiche (fra cui Rimini in quando sede di aeroporto) può aumentare la flotta dei taxi del 20 per cento. Ora sono 71, se ne possono aggiungere altri 14. Il Comune ha intenzione di sfruttare tutto il “pacchetto” e sta incontrando le associazioni di categoria (l’ultimo faccia a faccia è di venerdì) che però hanno già chiesto di procedere gradualmente introducendo in una prima fase 7 licenze verificando la reazione del mercato.

“Tiriamo dritto”

Anche nell’ultimo confronto gli assessori Juri Magrini (attività economiche) e Roberta Frisoni (mobilità) hanno confermato l’intenzione di attivare un bando per incrementare il numero delle licenze del 20 per cento, vale a dire 14. In questi giorni gli uffici stanno completando il testo definitivo del provvedimento che sarà poi trasmesso alla competente autorità per la regolamentazione dei trasporti per il parere necessario alla successiva pubblicazione del bando.

“Lasciateci guidare”

In uno spirito di confronto costruttivo Confartigianato Imprese, Cna e Uritaxi continuano a ribadire la propria posizione: andiamo avanti per gradi.

Come mai? «Alle condizioni di traffico, anche transitorie per via dei tanti cantieri aperti ma che non lasciano immaginare un sostanziale miglioramento futuro, all’assenza di corsie preferenziali, alla mancanza di aree di sosta e la sostanziale preclusione alle proposte avanzate per intervenire con provvedimenti che possano attenuare l’attuale situazione, non si crede si possa rispondere superficialmente con l’aumento di 14 licenze. È piuttosto chiaro a chi opera quotidianamente che non è la soluzione, perché il punto di partenza sono i picchi di domanda che nemmeno 14 licenze ulteriori potranno soddisfare e le condizioni della viabilità che rendono quasi inefficace il trasporto pubblico coi bus».

Non solo. «Le categorie vogliono discutere dei requisiti per accedere a nuove licenze, della necessaria formazione. Per questo pensano che un’iniziale apertura a sette licenze, per poi valutarne l’effetto, possa essere una modalità meno impattante sul settore».

“Vediamoci presto”

Questione aggiuntiva, quella delle tariffe «ferme da tantissimi anni, da discutere assieme al resto». Gran finale. «Le associazioni si augurano che si possa proseguire sul percorso del confronto e del dialogo, senza forzature e nel rispetto di una decisione che va presa dopo avere svolto un lavoro e non sulla base di una sensazione o delle urla a cui ritualmente siamo ormai abituati».

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