Rimini, non vede la figlia Matilde da 10 anni: «Rapita dalla madre, sparite nel nulla». I social della donna modificati di recente

Rimini
  • 15 gennaio 2024

«Mia figlia Matilde rapita dalla madre 10 anni fa: aiutatemi». Non ha mai smesso di lottare per riabbracciare la sua Matilde l’imprenditore 52enne Andrea Palermo, la cui famiglia è originaria di Perticara, la frazione di Novafeltria che tuttora lo sostiene con un tam tam continuo sui social. L’appello di questo papà è approdato in tv a un passo dallo scorso Natale prima a “Chi l’ha visto?” e poi a “I fatti vostri”, coinvolgendo 4 milioni di spettatori con un’ondata di visibilità che ha visto i suoi post condivisi un migliaio di volte.

Ogni 21 luglio Palermo scrive un messaggio di auguri alla figlia che spegne le candeline e lo affida al mare magnum del web senza cedere allo scoraggiamento, anche se il prossimo luglio saranno dieci anni che cerca la sua bambina, portata via quando aveva tre anni dall’ex compagna, Carlotta Morri, ora 39enne.

Palermo, com’è cominciata con Carlotta?

«L’ho conosciuta in uno dei miei locali di Milano quando il mio matrimonio era già naufragato. Era l’estate del 2010 e ho intuito subito che qualcosa non andava. Carlotta aveva paurosi scoppi d’ira, innescati da futili motivi, e infarciti da reazioni borderline sia nei miei riguardi che contro i suoi parenti, mentre sapeva mantenere una facciata impeccabile con amici e conoscenti. Ho ancora un suo messaggio delirante in cui mi augura di marcire fra i vermi in mezzo a un campo. Aggiunge che lei è più intelligente di me e che parla 5 lingue per cui sparirà e mi sarà impossibile ritrovarla. La bambina aveva sei mesi e Carlotta giurava che presto non l’avrei più rivista. Ha mantenuto la sua promessa. A volte mi chiedo perché abbia sviluppato un’ossessione per me: non sono né miliardario, né aitante ed ero molto più grande di lei».

Com’è possibile che siano svanite nel nulla?

«Due le ipotesi degli inquirenti: o Carlotta si è procurata documenti falsi oppure è scappata oltre confine tant’è che le ricerche continuano anche all’estero. Vivono fuori dai radar: niente vaccini, neppure un’iscrizione a scuola. I conti bancari sono fermi dal 2012. Solo nei giorni scorsi qualcuno ha cambiato la privacy ai suoi profili social».

L’intera intervista nel Corriere Romagna in edicola

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