Rimini: «Non gli credete se vi dice “se mi lasci mi ammazzo”. È voi che vuole uccidere». Il dolore di Anna per la madre uccisa dal padre
- 21 novembre 2023

«È sempre stato un uomo narcisista, un padre padrone. Lei ha tentato molte di allontanarsi, poi quando l’ha denunciato si è incattivito ancora di più e ha portato a termine il suo piano». A parlare è Anna, che di cognome fa Fogliamanzillo. È un altro portato dell’impostazione patriarcale della società: il cognome è quello del padre, anche se è l’assassino di tua madre.
La madre di Anna, Angela Avitabile, è stata accoltellata a morte il 22 aprile 2022 dal marito, il padre dei tre figli che oggi reclamano giustizia per la loro mamma. Giustizia che potrebbe arrivare il prossimo lunedì, 48 ore dopo il 25 novembre, data in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ricorrenza che a Rimini, così come in molte città d’Italia, quest’anno si vivrà anche in memoria di Giulia Cecchettin, la ragazza in procinto di laurearsi uccisa a soli 22 anni dall’ex fidanzato. L’ultimo anello di una catena di sangue che sembra non spezzarsi mai.

Anna, lei che purtroppo ha visto e vissuto la violenza da vicino, quali pensa siano i segnali da non sottovalutare?
«Per prima cosa voglio dire a tutte le donne che stanno affrontando situazioni di questo tipo di non andare mai all’ultimo appuntamento. Perché non è un’ultima occasione in cui chiarirsi. Quando capiscono che non sei più di loro proprietà ti uccidono. Perché gli uomini così non ti amano, ti considerano solo come una loro proprietà. Per questo bisogna fuggire da chi ti dice “non mettere quella maglietta”, “non ti truccare che sennò gli altri ti guardano”, “non uscire con le amiche”, “dammi il telefono, voglio solo guardare una cosa”, perché non vuole guardare il tuo cellulare per passare il tempo, ma vuole controllarti. Mia madre non poteva nemmeno truccarsi, non poteva neanche uscire vestita carina, a meno che non fosse con lui, perché sennò si arrabbiava. Era geloso, ma di una gelosia cattiva, ossessionata, possessiva. E questo non è amore. Perché l’amore non uccide, l’ho scritto anche sulla maglietta che abbiamo indossato alle udienze per i processi e che indosseremo anche lunedì, e probabilmente anche alla camminata di sabato (“È per te”, ndr), a cui non mancherò. E se uno dice “se mi lasci, mi ammazzo”, come aveva detto anche Filippo a Giulia, non gli credete. Non vogliono uccidersi, vogliono uccidere voi».