Collegamenti aerei con Heathrow, gli albergatori: «Rimini meta del luxury, le condizioni ci sono ma servono investimenti»


«Adesso ci sono le condizioni per fare della Riviera una meta del luxury. C’è, però, da investire». Gli operatori di alcune delle strutture quattro e cinque stelle di Rimini apprezzano l’operazione “British airways” condotta da AiRiminum 2014 e auspicano un deciso cambio di rotta. «Molto dipenderà da noi, dovremo farci trovare pronti con un’offerta adeguata alla domanda». Là dove la domanda ha un nome e un cognome: aeroporto di Londra Heathrow, il più grande scalo aereo d’Europa, vero e proprio hub internazionale.
Commenta Marco Semprini, direttore dell’hotel Ambasciatori, 4 stelle di viale Vespucci a Marina centro: «Se è vero che siamo stati capaci di creare un vero e proprio impero, quello turistico, puntando su un mercato tradizionale, quello italiano, è altrettanto vero che, non appena ci siamo accorti che quel pubblico non era più sufficiente, abbiamo puntato sulla destagionalizzazione e, grazie ai congressi e alle fiere, siamo riusciti ad espanderci verso un pubblico più vasto. Ora ci manca il mercato internazionale. E questi nuovi voli che l’aeroporto Fellini ha ottenuto su Heathrow sono un’opportunità da non perdere. Per cui prepariamoci per questa nuova domanda e iniziamo ad investire». Che, tradotto nel linguaggio imprenditoriale, significa alberghi riqualificati e strutture più in linea con una clientela, quella inglese, ma anche americana, canadese, orientale, molto più esigente, ma anche disposta a spendere di più per una vacanza.
Puntualizza, allora, Paola Batani, proprietaria del Grand Hotel, l’albergo caro a Fellini, uno dei due 5 stelle di Rimini. «Come struttura siamo già posizionati su questo target alto spendente. Nessuna novità quindi. E aggiungo che un po’ tutti i nostri clienti apprezzano tantissimo il territorio, le bellezze della Romagna, le tipicità gastronomiche e naturali che abbiamo. E’ evidente, però, che Heathrow rappresenti per la Riviera una porta d’ingresso verso quei mercati internazionali che, non disponendo di voli diretti, ci sono fin qui mancati. Così come sono certa che pian pianino l’intero comparto si adeguerà alle nuove esigenze, abbandonerà il low cost, e sposerà l’eccellenza».
Collegamenti, dunque. E’ ovvio che la comodità di prendere un aereo nella propria città e arrivare direttamente, senza fastidiosi scali intermedi, nella località di mare scelta come luogo di vacanza sia la condizione basilare per attrarre nuovi turisti. Santorini, Mykonos, Ibiza, Palma di Maiorca, Malaga, i principali competitor di Rimini, lo fanno da tempo e i risultati si vedono, in termini di arrivi e di presenze. «Basti vedere cos’è lo scalo di Palma di Maiorca per comprendere a che velocità viaggiano le altre località - sottolinea Mattia Palazzi, direttore dell’hotel Sporting, altra struttura 4 stelle di viale Vespucci a Marina centro -. Comunque, adesso che abbiamo un hub internazionale dobbiamo lavorare subito sul posizionamento della destinazione Rimini, perché gli aerei bisogna anche riempirli. E mi riferisco alla promozione che dovrà essere fatta. Per quanto riguarda, invece, gli alberghi, è bene cominciare a pensare ad un allungamento della stagione, già dal 2025. Perché gli inglesi che scelgono di andare in vacanza in Spagna, a maggio piuttosto che ad ottobre, sanno che lì troveranno tutti gli alberghi aperti».
Insomma, offerta turistica da potenziare e da migliorare. Criticità sulla quale interviene Mauro Santinato, fondatore di Teamwork, società di consulenza turistica e ideatore dell’hotel Demo a San Giuliano, esempio di design avanzato legato alle vacanze: «Chi opera nell’accoglienza dovrebbe anche confrontarsi. Un’occasione poteva essere quella di “Rimini incoming-progettare il futuro” se gli organizzatori avessero permesso a tutti di intervenire. Peccato! Comunque, non mi stancherò ma di ripetere che a Rimini ci sono troppi alberghi inadeguati, molti sono già chiusi e altrettanti non riapriranno. Il settore ha smarrito la visione che, invece, gli albergatori degli anni 70-80 avevano. Nessuno investe più. Nessuno migliora la propria struttura. C’è solo l’amministrazione comunale a farlo, unico soggetto che mostra lungimiranza. E i risultati si vedono: parco del mare, piazza Malatesta, museo Fellini, e ora anche il parcheggio interrato a piazza Marvelli. Mentre il privato non si muove. Fermo. Immobile. Voglio proprio vedere se lo scalo di Heathrow riuscirà a convincere qualche imprenditore ad adeguare il proprio albergo a quelli che potrebbero essere i potenziali nuovi target turistici. Ma ne dubito».