Rimini. Medicina di genere, quando il corpo femminile diventa invisibile

Rimini
  • 12 dicembre 2025

In Italia le donne rappresentano l’80 per cento dei pazienti colpiti da malattie autoimmuni e il 60 per cento degli effetti avversi ai farmaci riguarda proprio loro. Lo indicano la Società Italiana di Gastro Reumatologia (Sigr) e i dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Numeri che fotografano un divario ancora profondo e che spiegano perché, sabato 13 dicembre, Rimini dedicherà un’intera giornata a una domanda cruciale: che genere di medicina stiamo applicando?

Il convegno Che genere di medicina? Oltre i corpi, dentro la cura si terrà dalle 9.30 alle 17 negli spazi del Palazzo del Turismo, in piazzale Fellini. L’iniziativa, aperta al pubblico, è promossa dal Centro antiviolenza Rompi il Silenzio e dal Coordinamento Donne Rimini odv, con l’obiettivo di fare il punto su un tema che sta trasformando la ricerca scientifica e la pratica clinica.

Per decenni la medicina ha considerato “neutro” un corpo che neutro non era, bensì maschile. Come riporta Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri, la maggior parte dei farmaci in commercio è stata testata prevalentemente su campioni maschili, ignorando che donne e uomini assorbono, metabolizzano ed eliminano i principi attivi in modo diverso. Inoltre le donne mostrano risposte immunitarie più forti, che le proteggono dalle infezioni ma le rendono anche più esposte alle patologie autoimmuni. L’equità passa anche da qui: dati corretti, studi inclusivi, protocolli aggiornati.

Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali di Chiara Bellini, Emma Petitti e della direttrice sanitaria Francesca Raggi, seguiti dall’intervento introduttivo della dottoressa Loreley Bianconi. Sarà lei a inquadrare la medicina di genere come un vero strumento di equità: non come una disciplina «per le donne», ma un modo di ripensare la medicina riconoscendo l’impatto che genere, biologia e condizioni sociali esercitano su salute e malattia.

La giornata sarà moderata dalla giornalista Vera Bessone e dalla medica pediatra Laura Viola, direttrice scientifica, che accompagneranno un fitto programma di interventi. La medicina di genere, infatti, non riguarda solo la farmacologia: tocca il diritto, la sociologia, la cardiologia, l’oncologia, la pediatria, la salute riproduttiva (con un intervento sul tema della ginecologa milanese Silvana Agatone).

Si parlerà poi di pregiudizi di genere nei sistemi sanitari insieme al giurista Marco Mondello. Si entrerà nel tema della salute delle donne come questione sociale con Stefania Mancini e il sociologo Antonio Maturo.

Il cardiologo Davide Saporito porterà poi un tema cruciale: l’invisibilità clinica dell’infarto nella popolazione femminile, una condizione che, come mostrano numerosi studi internazionali, porta spesso a diagnosi tardive o errate. Infine si arriverà alla pediatria con l’intervento di Laura Viola, curatrice scientifica della giornata, per ricordare che le differenze di genere iniziano sin dall’infanzia.

L’evento rimane anche uno spazio di testimonianza e confronto, grazie alla partecipazione dell’Associazione Crisalide, che porterà la voce delle pazienti che vivono quotidianamente l’impatto del bias medico. Un modo per ricordare che la medicina di genere non è un’astrazione accademica, ma una questione di diritti: diritto alla diagnosi corretta, alla cura adeguata, a una ricerca che rappresenti davvero tutta la popolazione.

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